Il giardino d’Incanto fa discutere i varesini
Da quando sono state accese, le luminarie ideate dallo studio Festi hanno fatto parlare molto i varesini: ecco le principali critiche e le spese delle installazioni
Il giardino d’Incanto, l’insieme di installazioni di luci e videoproiezioni accese dall’8 dicembre ai Giardini estensi di Varese, fa discutere i varesini: da quando sono state accese, le luminarie ideate dallo studio Festi hanno fatto parlare molto i varesini, fin da questa prima settimana di presenza.
LE “CRITICHE ECCELLENTI”
Il pur scenografico “giardino d’incanto” ha infatti suscitato diverse critiche, anche eccellenti: tra le principali voci in questo senso ci sono quelle dell’ex vicesindaco – e agronomo – Daniele Zanzi che ha innanzitutto criticato il fatto che si tratti di luci che non valorizzano i Giardini Estensi ma nascondono la loro magnificenza, ha messo in dubbio l'”ispirazione Estense” iniziale, che vedeva l’idea del tunnel di luci risalire a un matrimonio Estense, e ha infine segnalato le possibili conseguenze future al patrimonio storico dei giardini, con la scelta di non svuotare la fontana settecentesca per permettere alle lucine di riflettersi nelle acque. «Tutto lo specchio oggi sta ghiacciando – afferma – e ciò esporrà la struttura alla rottura delle impermeabilizzazioni».
Altra voce critica è quella di Mauro Gregori, già candidato alle elezioni con Volt-Radicali, che ha denunciato «Poca accortezza nel creare una galleria di luminarie all’interno dei Giardini Estensi. Si e’ pensato – ha spiegato – Di trasportare cio’ che viene utilizzato altrove non di certo per illuminare giardini storici, all’interno di una realtà che meriterebbe rispetto e capacita’ di rendere l’ambiente incantato ed allo stesso tempo spettacolare. Invece lo sguardo si concentra sul camminamento centrale ed arriva solo fino alla fontana, il resto dei giardini scompare al cospetto di cotante luminarie. Belle… ci mancherebbe. Ma nulla a che vedere con la valorizzazione dei Giardini Estensi di Varese».
Ne parla anche l’ex consigliere comunale Agostino de Troia, pugliese di nascita, che commenta ironico: «Ogni anno per la festa del patrono del mio paese, che cade il 15 agosto, cerco sempre di esserci anche per godermi tutta la città illuminata da luminarie molto simili, anzi uguali, a quelle viste ieri ai giardini estensi, pertanto ho già deciso che il prossimo 15 agosto sarò a Las Palmas perché le luminarie del mio paese le ho già viste a Varese».
Altre critiche sono di tipo più squisitamente culturale. La spiegazione che le installazioni luminose sono ispirate dal ‘Magnifico Apparato’ costruito dai Duchi estensi a Modena, in occasione delle nozze di Francesco d’Este e Lucrezia Barberini, desta perplessità allo storico varesino Matteo Bollini, secondo ciò che scrive sui social: «Ho ritrovato la descrizione delle “allegrezze” in occasione delle nozze di Francesco d’Este e Lucrezia Barberini, cui si sarebbero ispirati gli ideatori delle luminarie natalizie ai giardini estensi di Varese (Bollini fornisce il link alla copia digitale del libro, ndr). Non riesco a ritrovarmi, rispetto ai dettagli forniti dalle testate varesine. Non vorrei dire, ma secondo me siete stati gabbati. In ogni modo, tutta la struttura narrativa della festa fu a carico della Comunità, che vi spese ben 35.101 ducati».
Per molti il problema invece è lo spreco energetico: un tale sfarzo di luci non può che essere il risultato di una spesa immensa. A questo però proveremo subito a dare una risposta.
I “CONTI IN TASCA” AL GIARDINO D’INCANTO
Se la voce “costi” è una delle più criticate, ma anche una di quelle più ballerine, vediamo dunque di provare a chiarire qualche numero. Innanzitutto, il costo degli archi di luce ai Giardini è di 100mila euro: la stessa spesa che è stata effettuata per l’affitto delle luci dell’anno scorso. Così ha spiegato Ivana Perusin nella commissione che ha spiegato le voci di spesa del Natale, e così ci ha confermato pochi giorni fa, aggiungendo «I 100mila euro di costo erano la tariffa dell’anno scorso per le luci che avevamo: quest’anno lo stesso allestimento sarebbe costato almeno il 40% in più».
Ad esse però va aggiunto il costo del videomapping, che è di 70mila euro, che però pare abbia anche delle sponsorizzazioni che ne abbassano la spesa effettiva: «Il video mapping parzialmente sarà sponsorizzato, ma non abbiamo ancora le cifre finali» ci ha detto infatti l’assessore.
I 200mila euro di spesa per le luci di Natale in comune vengono raggiunti dalle luci nelle vie, che costano 30mila euro: 15mila euro in meno del 2021, anno in cui ne sono costate circa 45mila.
Interessante invece il dato del consumo delle luci: «Per tutta l’installazione, cioè archi più videomapping, è stato utilizzato un contatore da 9 kilowattora. Il consumo effettivo è però di 8.8 kwh». Ai costi attuali (una media di 0,50 euro al KWH, secondo le tariffe di dicembre 2022) si tratterebbe di una spesa di 4,4 euro all’ora che, moltiplicato per le 5 ore di media in cui resta acceso tutto l’apparato, risulta essere di circa 22 euro al giorno.
“PER ME È SI”
Non tutti però sono critici: in primis, i commercianti, che parlano già di “annata buona”per le presenze a Varese in questi giorni di spese prenatalizie.
Ma anche navigando tra i famigerati social: e se molti si limitano a mettere migliaia di “mi piace” alle foto che stanno circolando in questi giorni, alcuni però argomentano molto di più la questione, come l’ex varesino Marco Cerini su facebook. «Lo dico subito: PER ME È…SI…non voglio fare il “giudice” ma anche se non sto più a Varese è la mia città natale e mi è piaciuto questo inedito spettacolo grandioso di luci. Ho letto molte polemiche, a chi piace a chi no. Ci sta. Ma due riflessioni le faccio. Se volevano portare tanta gente a Varese in centro e far felici i commercianti ci sono riusciti. Se volevano provocare un ooooh di stupore in tanti ci sono riusciti. Non sarà in tema natalizio solito? Sicuramente…ma forse Varese sta cominciando a capire che se non vuole vivere di ricordi, rendite degli anni d’oro ed essere una città dormitorio deve scuotersi e trovare forme di attrattività. Il grande turismo è stata una vocazione della Varese di un secolo e oltre fa e se guardiamo allo stile della bella epoque ci troviamo l’ardire di certe forme. C’è anche un po’ di esotico è vero, qualcuno dice di meridionale, io ci ho visto un misto indo-mex. E quindi? È una installazione temporanea non definitiva. Nei giardini si mette l’arte di ogni tipo e per me Studio Festi ha fatto un’opera artistica, ovvero che ti emoziona e ti lascia un ooooh nello sguardo… e di oooh ne ho visti tanti. Per me è…Si»
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