Si sono svolti in Veneto i funerali di madre Bruna De Marchi, il “vulcano” di Abbiate Guazzone

Suora canossiana per tantissimi anni presente all'asilo di Abbiate Guazzone e poi a Tradate

varie scuola

È scomparsa il 12 dicembre scorso madre Bruna De Marchi, per tantissimi anni presente all’asilo di Abbiate Guazzone, dove prima c’erano le suore canossiane, e poi a Tradate. Suora molto conosciuta aveva il titolo di assistente sociale, ed era sempre dedita all’aiuto dei più bisognosi. Quando era ad Abbiate, la si incontrava spesso nelle corsie dei reparti dell‘Ospedale Galmarini per portare un sorriso e speranza agli ammalati. Era arrivata una trentina di anni fa a Tradate e vi era ritornata ad ottobre del 2019 per rimanervi fino al 28 novembre.

Ad ottobre aveva chiesto il trasferimento a Fonzaso, in provincia di Belluno, perché aveva problemi di salute.

Questa mattina nella chiesa parrocchiale di Fonzaso si sono svolti i funerali concelebrati da sei sacerdoti a cui hanno partecipato diversi abbiatesi e tradatesi. Una Messa in suffragio di Madre Bruna sarà celebrata dopo Natale a Tradate.

IL RICORDO DI FLAVIA CAPRIOLI

Parlare di Madre Bruna, suora canossiana, è difficile perché era una specie di “vulcano”, una persona intraprendente che era sempre presente in ogni situazione. Era nata il 7 marzo 1938. I suoi 66 anni di vita religiosa li ha vissuti tra Calalzo di Cadore, San Vito di Cadore, Abbiate Guazzone, Tradate, Roma Acilia, Feltre, Valdobbiadene, per poi ritornare ad ottobre 2019 nella città che le era rimasta nel cuore: Tradate. L’aveva richiesto insistentemente alla Madre Generale: poter ritornare a Tradate. E’ rimasta fino al 28 novembre di quest’anno, quando, aveva chiesto alla Madre Giovanna, Superiora a Tradate Barbara Melzi, di poter ritornare nel suo Veneto. Il 29 novembre è arrivata, tra le Suore di Fonzaso in provincia di Belluno, dove poi, nella notte tra l’undici ed il dodici dicembre è improvvisamente spirata. Ultimamente diceva di non essere più la “persona che era prima”, l’età e i diversi problemi di salute non l’hanno però mai distaccata dal fare qualcosa per gli altri. Ad Abbiate Guazzone, asilo, era arrivata una trentina d’anni fa: era conosciuta da tutti perché lei era sempre disponibile per qualsiasi cosa; la chiamavano per qualsiasi tipo di aiuto: andava a parlare con marito e moglie in crisi, aiutava i carcerati, visitava i più bisognosi, andava a cercarli, portava sollievo materiale e spirituale sempre. La chiamavano anche per andare a parlare coi Carabinieri. Era assistente sociale e questo “titolo” le faceva cercare le persone più indigenti, i poveri, gli ultimi, gli emarginati. E’ stata una “piccola Madre Teresa in Italia”. Si era occupata perfino delle pratiche di rimpatrio di una persona straniera deceduta in Italia (che non aveva parenti) per assicurarle una degna sepoltura nel suo Paese di origine. A Roma Acilia era sempre a contatto con la povertà, stranieri, italiani, che andavano a chiedere l’indispensabile per vivere. Si adoperava persino per trovare casa a chi non ne aveva, varcava anche le porte dei municipi. Quando era ad Abbiate Guazzone, una ventina d’anni fa la si vedeva girare per i reparti dell’Ospedale di Tradate: molte persone lì l’hanno incontrata tra le corsie dove passava tra gli ammalati portando un sorriso con tanto calore, consolazione e un conforto spirituale. Accorreva in Ospedale se la si avvisava al telefono anche quando un nostro caro moriva improvvisamente: veniva a portare speranza e si pregava insieme. A quanti funerali ha partecipato… Quando era a Feltre e Valdobbiadene, cercava di organizzare la partecipazione agli esercizi spirituali in Lombardia, in modo da poter venire qualche giorno a Tradate e rivedere gli amici conosciuti: e allora la Barbara Melzi veniva “invasa” da diverse persone. Seguiva corsi e conferenze e ridendo diceva che, al contrario delle sue consorelle, non faceva lavoretti all’uncinetto. A Feltre, quando andavamo a trovarla, ci portava a visitare la città e prima di tornare a casa si andava in cappella per una preghiera che lei faceva “intonandola” al viaggio di rientro. Aveva sempre una parola buona in ogni circostanza e chi ha avuto modo di conoscerla ha trovato in lei una “sorella maggiore”. Cara Madre Bruna ti ricordiamo con affetto, hai lasciato un grande vuoto, ci mancherai tantissimo, però sappiamo che tu hai raggiunto la grande Vetta, il Paradiso; aiuta ancora di più tutti noi che ti abbiamo conosciuto, che siamo ancora in cammino per raggiungere la Meta, e continua a guidarci anche adesso come facevi di persona e quando ci sentivamo al telefono.

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Pubblicato il 14 Dicembre 2022
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