
Sulle tracce di Salvador Allende e Pablo Neruda
Il diario di viaggio dal Cile di Dino Azzalin
Questo è un diario di viaggio dal Cile scritto da Dino Azzalin che per la “maggiore età” ha voluto farsi un regalo ripercorrendo le tracce e la storia dei miti giovanili, a partire dal poeta Pablo Neruda per arrivare a Salvador Allende.
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In Italia il fuso è quattro ore avanti al Cile ma non ci vuole molto per capire che qui è estate piena con temperature che vanno dai 37 gradi nella capitale sulla cordigliera andina, fino ai 28 gradi della fresca spiaggia di Zapallar sull’Oceano. Di invernale qui c’è solo l’acqua freddissima per pochi giovani che si avventurano impavidi tra le onde del Pacifico.
Girare il mondo per entrare nel vivo della vita significa lasciarsi andare a uno sguardo predatorio su tutto ciò che di inedito stupore, suscita la viandanza. Ed è come gustarsi le tre palline di questo gelato prima che si sciolga mentre il tempo scorre, ed è tanto dolce quanto più l’esperienza si fa conoscenza pura.
Il bagaglio è leggero, per viaggiare anche per un così lungo tempo c’è bisogno davvero di poco, e la vera ricchezza è il tempo che a questo viaggio ho dedicato. Ma sopratutto al sogno che continua dentro, per “dare un senso alla vita, anche quando un senso non ce l’ha“.
Viaggiare è il farmaco migliore contro gli acciacchi e le malattie vere o presunte che la vecchiaia ci presenta, vedere i luoghi con altri occhi meravigliati, immergersi nelle varie e diverse culture, offrirsi al dono degli incontri con la semplicità di un bambino. E così la Befana mi ha fatto questo regalo perché avendo raggiunto da qualche giorno “la maggiore età” mi ha fatto trovare nella calza un altro uomo diversamente giovane che ha ancora il coraggio di mettersi in gioco sulle strade del mondo.
Così è il Cile per tanti anni vagheggiato e la Patagonia Argentina tra i suoi sconfinati e misteriosi ghiacciai. Sul bus verso Valparaiso con lo zaino in spalla sono venuto qui per riprendermi della bellezza del tempo che resta. E della mirabolante Santiago, capitale dove vivono sei milioni di persone per un totale di poco più di 18 dell’ intera popolazione mi restano davvero poche suggestioni.
Sulle tracce della storia di Unidad Popular di Salvador Allende che appartiene alle emozioni giovanili sembra non essere rimasto nulla, ma anche della dittatura di Pinochet e dei venti anni di governi democratici, sembra abbiano aperto solo la strada alla distruzione dei vecchi quartieri, delle montagne intorno, letteralmente rasi al suolo lasciando allo sviluppo selvaggio di centinaia di grattacieli che svettano sullo smog sopra il cielo di Santiago del Cile.
Solo il quartiere Bellavista e poco altro è rimasto pressoché intatto, dove migliaia di turisti si recano ogni anno a visitare la Chascona la casa che Pablo Neruda volle nel 1953 per l’amante dai ricci capelli rossi Matilde Urrutia, che poi divenne la terza moglie del grande poeta cileno. Qui si respira davvero un’ aria diversa. Nei suoi versi si vedono “ Le venti poesie d’amore e una canzone disperata” e i laghi turchesi, i ghiacciai minacciosi, i fiumi e fiordi che dipingono lo scenario della sua Patagonia. Ma soprattutto della sua vita tumultuosa e per certi versi contraddittoria. La sua natura selvaggia e intatta fatta di metafore, rende Pablo Neruda il più grande canzoniere amoroso del Novecento famoso e tradotto in tutto il mondo. E la sua lotta politica che lo ha visto impegnato su diversi fronti lo consacra alla storia come la sua poesia civile. Questa casa a ridosso della montagna attrae molti turisti che desiderano entrare nelle stanze per rivivere almeno nell’emozione il grande poeta del “Canto General” epica della lotta di liberazione latino americana, uno dei libri trovati nello zaino del Che, il giorno della sua morte nel folto della cordigliera andina in Bolivia.
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