“Torna a prostituirti o ti spacchiamo le gambe” in due a processo a Varese

Alle due donne imputate, contestato anche il favoreggiamento e lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina. La vittima sentita in aula. L’indagine partita da un finto matrimonio per ottenere il permesso di soggiorno

Generico 09 Jan 2023

L’arrivo in Italia per raggiungere il compagno e l’amara scoperta di un tradimento, ma con in testa l’idea di rimanere, magari con un lavoro in una ricca città del Nord. Ma la realtà per una giovane originaria di Santo Domingo presto suonerà come una doccia fredda tanto da trovarsi come parte offesa di un processo per sfruttamento dell’immigrazione clandestina e della prostituzione: la vittima di questi due reati è stata giovedì mattina ascoltata in aula, non senza difficoltà nel ricordare le sue vicissitudini nel bel Paese dal momento dell’arrivo a Pisa fino alla necessità di spostarsi a Varese per una sistemazione di fortuna da un’amica della madre che stava in Italia da tempo.

Ed è qui che matura secondo l’accusa il duplice disegno criminale: da un lato la necessità di avere subito soldi facili per pagare bollette e debiti servendosi del corpo della ragazza appena arrivata che finisce su annunci di “Bacheca Incontri”, con foto inequivocabili di proposte di incontri hot e numeri di telefono per contrattazioni sul prezzo tramite whatsapp. E poi la connazionale assieme ad una seconda donna di origini polacche, avrebbe orchestrato anche lo stratagemma di un matrimonio combinato con un italiano con lo scopo di tenere in Italia definitivamente la loro miniera d’oro (in giudizio è emerso che parte dei proventi del meretricio veniva incamerata dalla padrona cdi casa come cifra per l’affitto del lupanare). Ma il diavolo fa le pentole, e non i coperchi.

E difatti l’attenzione degli investigatori si accende sul caso proprio dopo il finto matrimonio contratto con un un uomo anziano, con problemi di salute e che risulta essere senza fissa dimora: in cambio di alcune migliaia di euro l’uomo si sarebbe prestato al finto “scambio di fedi”, con tanto di testimoni, avvenuto a Varese il 24 settembre 2018, fatto che anticipa di qualche mese l’accesso della ragazza all’ufficio immigrazione della questura di Varese per ottenere il permesso di soggiorno dopo il “si“ con l’attempato cittadino italiano: ma gli agenti non ci cascano e vogliono approfondire con domande che portano a sospetti inequivocabili. I due eleggono domicilio coniugale in un appartamento di cui non hanno le chiavi, e al momento del sopralluogo della polizia nella casa degli sposini la giovane viene trovata assieme al fidanzato (italiano domiciliato in Svizzera, ex cliente quando la ragazza si prostituiva e poi diventato suo compagno per due anni), e non al marito, resosi irreperibile.

Scattano così le procedure di espulsione a cui la giovane centroamericana si oppone dinanzi al tribunale civile di Roma dove scoppia il “bubbone“: in giudizio afferma infatti di essere vittima di sfruttamento della prostituzione e chiede asilo politico. Sui fatti raccontati in aula e riferiti a quanto avvenuto a Varese cominciano dunque le indagini della squadra mobile che presentano il quadro indiziario alla Procura che si delinea nei reati contestati. Nell’udienza di oggi, 12 gennaio, è stato sentito un teste chiave dell’accusa, vale a dire il “cliente – fidanzato“ della ragazza che ha riferito al Collegio di aver sentito le telefonate di minaccia dopo che la vittima era andata a convivere con lui e aver smesso di fare la vita: «Tu adesso torni a casa (uno squallido monolocale di via Medaglie d’Oro a Varese dove avvenivano gli incontri ndr) oppure ti spezziamo le gambe. Conosciamo gente che è capace di farlo».

Alla prossima udienza, prevista per il 27 di aprile verrà sentito come “teste assistito“ (con difensore in aula perché imputate o giudicate in un procedimento connesso o per reato collegato) il finto marito della parte offesa in questo processo la cui posizione dinanzi alla legge è già stata affrontata in un separato procedimento penale (foto pixebay).

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 12 Gennaio 2023
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