Francesca Brianza: “La Lombardia è concretezza, per me una sfida entusiasmante”
Vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia, Francesca Brianza si candida per il terzo mandato con la Lega e Attilio Fontana alle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio
Francesca Brianza, avvocato cassazionista, vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia, si ricandida per il terzo mandato con la Lega alle elezioni del 12 e 13 febbraio.
Ha percorso tutte tappe della pubblica amministrazione, prima consigliere comunale e sindaco a Venegono Superiore, poi consigliere e assessore provinciale a cultura e turismo, dal 2013 consigliere regionale e presidente della Commissione speciale per i rapporti tra Lombardia e Svizzera, fino all’incarico di assessore regionale con deleghe al post-Expo, sociale, disabilità e rapporti con la Svizzera. Infine negli ultimi cinque anni l’incarico di vicepresidente del Consiglio regionale.
Perché la scelta di ricandidarsi per il terzo mandato?
Mi ricandido perché è stata un’esperienza molto bella e sono estremamente orgogliosa della Regione, del percorso che abbiamo avviato, dei tanti interventi concreti che abbiamo portato sui territori, e perché da Regione Lombardia si può fare davvero tanto per il territorio e i suoi cittadini.
Qual è la sua priorità politica per la Lombardia dei prossimi anni?
Sicuramente attuare l’autonomia che può essere il vero volano per rilanciare non solo la Lombardia ma tutto il Paese. Per la nostra regione poi sarà fondamentale perché la Lombardia oggi si confronta con altre regioni ma anche con altri stati, perché è uno dei quattro motori d’Europa e dobbiamo fare di più per vincere queste sfide. E poi perché i lombardi se lo meritano: una gestione diretta delle nostre risorse permetterà di avere più efficacia ed efficienza nei servizi offerti ai cittadini.
E’ un percorso che abbiamo iniziato nel 2017 con il referendum sull’autonomia e oggi, con il decreto approvato dal Consiglio dei ministri, abbiamo messo un punto fermo molto importante, anche se va affrontato ancora il percorso parlamentare. Abbiamo una persona competente come Calderoli che sta seguendo tutto l’iter e sono fiduciosa che si arrivi al risultato, perché si è finalmente compreso che l’autonomia è virtuosa e non andrà a penalizzare altre regioni ma sarà un’opportunità per tutti.
Qual è la cosa più importante che ha fatto Regione Lombardia in questi cinque anni?
Sicuramente il Piano Lombardia, un provvedimento senza precedenti che ha messo in campo 6 miliardi per far ripartire la Lombardia dopo il terribile periodo della pandemia. Nel momento di massima incertezza per il futuro, Regione Lombardia c’è stata come nessun’altra regione e ha dato risposte molto concrete ai bisogni, coinvolgendo sindaci e territori. Sono stati avviati tanti progetti, aperti cantieri e fatte inaugurazioni, ed è un piano che va avanti, un percorso virtuoso che darà ancora tante risposte positive.
Qualche risultato che le ha dato particolare soddisfazione?
Per quanto riguarda il Piano Lombardia il fatto che gran parte delle risorse sono state determinanti per finanziare cantieri nei comuni della provincia di Varese grazie a provvedimenti a mia firma.
Un altro provvedimento per me particolarmente importante è stato lo stanziamento di 2,5 milioni di euro per far diventare l’area delle Fontanelle tra Vedano Olona e Malnate l’hub della sicurezza della provincia di Varese, una “cittadella delle emergenze” strategica per la sua collocazione e per i suoi spazi. Un contributo importante sia per le attività della Protezione civile sia per la tutela dei cittadini e del territorio.
Sono molto orgogliosa anche della legge che porta la mia firma che ha permesso di stanziare 400mila euro per le associazioni combattentistiche e d’arma che non solo fanno un importante lavoro di trasmissione della memoria, ma danno anche un grande contributo di volontariato a fianco delle amministrazioni locali, come hanno dimostrato durante la pandemia.
Infine vorrei ricordare un importante risultato sul fronte della prevenzione, in particolare per le donne, una battaglia che mi accompagna fin dai miei primi anni come amministratore locale e che è importante per tutti, per le persone e per il sistema della sanità pubblica. Regione Lombardia ha fatto tanto per diffondere gli screening gratuiti, anche grazie all’importante lavoro delle associazioni, e sono molto fiera di essere riuscita ad ottenere che la Lombardia fosse una delle prime regioni ad esentare dai costi dello screening periodico per il tumore al seno le donne a rischio per particolare familiarità con questa malattia.
Lei si è occupata a lungo delle relazioni tra Lombardia e Svizzera. Cosa è cambiato in questi anni?
La vicinanza dei nostri territori con la Svizzera ci pone una serie di sfide, perché per alcuni tratti è un fattore penalizzante. Ad esempio impoverisce il nostro territorio a causa della delocalizzazione delle aziende e della grande attrattività per i nostri lavoratori, soprattutto i giovani, che vengono formati qui, imparano a lavorare nelle nostre aziende e poi vanno a lavorare in Canton Ticino. Consapevoli di questi problemi abbiamo creato in Regione una Commissione speciale di cui come assessore ho sempre fatto parte. Il nostro impegno da una parte è stato quello di far capire a livello di governo nazionale che ha competenza su tutto ciò che riguarda la politica estera, che si tratta di territori che hanno una situazione peculiare e che hanno bisogno di risposte specifiche. Regione Lombardia continua da una parte a sollecitare l’istituzione delle Zes, le Zone ad economia speciale, e dall’altra a dialogare con la Svizzera per trovare soluzioni condivise e per sfruttare le possibilità offerte dai programmi Interreg che con 140 milioni di euro previsti nel periodo 2021-2027 rappresentano una grande opportunità per sviluppare progetti condivisi sui due lati della frontiera.
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