Il forno crematorio di Varese è pronto ad espandersi
Regione Lombardia ha autorizzato l'aumento delle cremazioni, dalle attuali 5000 a 7500 cremazioni all'anno. E ora il comune pensa di aggiungere un forno
Il forno crematorio di Giubiano, a Varese, è pronto ad espandersi.
Come abbiamo anticipato qualche giorno fa, la richiesta del comune di Varese a Regione Lombardia, posta un paio di mesi fa è stata accettata: è stato infatti autorizzato l’aumento delle operazioni applicabili a quel forno, il che significa che si passerà dalle attuali 5000 a 7500 cremazioni all’anno, con un potenziamento di 2500.
C’è anche Varese nella lista degli impianti di cremazione che verrano potenziati dalla Regione
Attualmente il forno crematorio di Giubiano ha 2 linee: ogni linea è in grado di completare fino a 12 cremazioni al giorno, 7 giorni su 7, fino al raggiungimento del massimo consentito dalla Regione. Con l’aumento delle concessioni ora il comune sta valutando l’ipotesi di aggiungere una linea, portando la disponibilità da 2 a 3.
Qual è la necessità della città di Varese in questo senso, e per chi può essere un vantaggio questo potenziamento? «In una situazione normale la città di Varese se la cava benissimo anche con il numero attuale di linee – spiega il presidente di So.Crem Varese Alessandro Bonfadini – Certo che se deve subentrare in operazioni che un altro forno non può fare, come è successo nel 2020, va più in sofferenza. Comune e concessionaria avranno evidentemente intravisto una possibilità positiva in questo incremento che va anche al di là delle strette esigenze della città: e in questo caso quindi è meglio che sia piu prestante. L’importante è che questo favorisca la cremazione, non si limiti a favorire gli incassi».
I decessi all’anno a Varese sono infatti circa un migliaio: nel 2019 erano 961, nel 2020, anno straordinario a causa della pandemia, 1.239 (Fonte:Istat).
Varese però nel 2020 ha supportato le operazioni arrivate da altri forni, che erano in grande sofferenza: nell’anno della pandemia sono arrivati defunti anche da Bergamo e Mantova, per esempio.
La tendenza alla cremazione è sempre in crescita: nel 2020 erano quasi il 64% dei defunti totali della città, quindi intorno ai 700. «La consideriamo una nostra conquista, dopo oltre cent’anni di battaglia per permettere questa scelta a fine vita – spiega Bonfadini – Ora è diventata non solo una scelta ideologica, ma di praticità ed economia. Del resto, ora non è più necessario essere iscritti alla nostra associazione per assicurarsi la cremazione, ma basta la scelta dei parenti. L’iscrizione alla So.Crem garantisce invece che la volontà scritta da parte di chi si iscrive venga eseguita e siamo gli unici depositari delle volontà di essere dispersi».
Il servizio di cremazione a Varese è affidato dal Comune a un concessionario, la Società servizi cimiteriali Varese. Il bacino di utenza non è limitato ai defunti nel capoluogo, ma ad un bacino più ampio: nell’anno più duro della pandemia sono arrivati defunti da tutta la Lombardia, compatibilmente con le disponibilità.
«Una città capoluogo che già sul proprio territorio svolge diversi servizi per gran parte della Provincia deve pensare anche al potenziamento dei servizi degli altri comuni vicini – ha commentato il sindaco di Varese Davide Galimberti – La crescita del numero delle cremazioni soprattutto in città grazie al lavoro straordinario di So.crem, ha portato alla realizzazione negli anni scorsi delle nuove e moderne infrastrutture al tempio crematorio di Giubiano. Il costante incremento della cremazione ci porta a pensare di poter fare in modo di soddisfare le richieste anche dei comuni vicini: anche questi sono servizi essenziali ed importanti per una città».
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