La Fondazione Molina avvia un servizio di “cerco/offro lavoro” dedicato ai profughi ucraini

La direzione della Fondazione, oltre a raccogliere beni che invia nello stato in guerra,ha creato una "banca dati" dove chi arriva può segnalare il suo curriculum. Grazie a deroghe specifiche alla legge è più facile permetterne l'impiego nei settori di riferimento

Fondazione Molina Varese

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La scritta in ucraino appare sul sito della Fondazione Molina di Varese. Si tratta di una delle due attività messe in campo a sostegno della popolazione vittima della guerra.

Oltre alla raccolta di generi di prima necessità, cibo ma anche materiale per l’igiene personale, che ha già portato alla distribuzione di oltre 700 chili di beni direttamente a chi ne ha bisogno attraverso i canali istituzionali dell’ambasciata ucraina, la Fondazione ha deciso di attivarsi anche in favore di chi scappa e giunge nella nostra provincia: «Spesso di tratta di persone che fuggono senza portarsi via nulla – commenta il Presidente Carlo Maria Castelletti – vengono ospitati da amici o famigliari. Non è semplice, per molti, farsi carico di questi profughi. Abbiamo quindi pensato a un’offerta concreta per offrire opportunità e integrazione, anche se momentanea».

La Fondazione ha quindi preso spunto dalle agevolazioni definite dalla normativa che permette percorsi facilitati di riconoscimento di titoli e professionalità: « Abbiamo aperto un sito, ospitato direttamente sul nostro portale – specifica il direttore generale Marco Masini – dove potersi segnalare, indicando la professione e le competenze. È scritto in ucraino così è possibile utilizzarlo anche nel proprio paese, prima di giungere in Italia».

La Fondazione Molina ha realizzato un servizio aperto a tutti: « Non solo personale sanitario, ma chiunque voglia offrire le proprie competenze e abilità – chiarisce il dottor Castelletti – abbiamo sparso la voce tra diversi enti e istituzioni. Raccogliamo curriculum e candidature che poi facciamo girare. Da parte nostra, per esempio, abbiamo già fissato due colloqui con persone che hanno titoli in campo sanitario: un medico e un infermiere».

L’iniziativa della Fondazione Molina permette così di avere un  punto di riferimento per poter organizzare anche una vita lontano dalla propria terra: « Era un settore che ancora nessuno aveva preso in considerazione – rivela il dottor Masini – grazie al passaparola, sta funzionando bene. Arrivano diverse segnalazioni che poi rendiamo disponibile a tutti. Un link a un database a disposizione della rete di solidarietà  istituzionale e della città di Varese. E non solo. Stiamo facendo un po’ da centro di raccolta delle informazioni, cercando di dare risposte vere perché chi arriva qui possa avere un’occasione senza gravare sulle famiglie ospitanti, spesso non in grado di sostenere a lungo l’accoglienza».

A ispirare le iniziative del Molina è stata Marina, una dipendente della Fondazione arrivata anni fa dall’Ucraina. È sua la lettera che apre la sezione dedicata all’Ucraina

La mattina del 24 febbraio 2022 sembrava un risveglio come molti altri, nulla mi faceva pensare che sarebbe stato il giorno di una tragedia nazionale: l’invasione russa alla sovranità e l’integrità Ucraina.

Ricevo molti messaggi di vicinanza e solidarietà da amici, colleghi e conoscenti ma il messaggio più importante è stato quello di mia madre: “…qualunque cosa succeda non tornare a casa!” Sembrava quasi un addio.

Non capivo cosa stesse succedendo, ero assolutamente all’oscuro. Qualche istante dopo, leggendo i notiziari, ho appreso il fatto che alle ore 5 locale di Kiev erano stati effettuati attacchi esplosivi sul territorio ucraino. Ancora adesso, a distanza di un mese e mezzo dal primo attacco, ricordo questo momento con dolore, paura e anche rabbia.

Vivo in Italia da 10 anni e questa é la mia seconda casa. Ho messo le radici qui e mi ritengo fortunata di tutto quello che ho costruito in questi anni…ma i miei ricordi più cari saranno sempre legati alla mia Terra…alla mia Ucraina.

Quel giovedì di febbraio entrerà nella storia dell’umanità e per noi Ucraini resterà per sempre una ferita aperta: non potevamo mai aspettarci un colpo così crudele dai nostri “fratelli”.

Mi trovo a fare da spettatrice di fronte a questa brutale guerra sentendomi impotente; vivo questo momento della mia vita con molta angoscia per i miei cari e mi rattrista sapere che moltissimi giovani della mia età sono caduti di guerra che non vedranno più splendere la luce del sole sulla nostra meravigliosa Patria. Ma un giorno, come ricorda l’inno nazionale Ucraino “i nostri nemici scompariranno come rugiada al sole e anche noi, fratelli, regneremo nel nostro paese libero”.

Sono profondamente grata agli italiani per la solidarietà dimostrata nei confronti del mio popolo, sia per tutti gli aiuti umanitari che per l’accoglienza.  Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno aperto la propria di casa per accogliere i bambini, le donne e gli anziani per cercare un rifugio e un aiuto in questo momento di grande difficoltà»

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 22 Aprile 2022
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