Renzi arriva a Varese col “Mostro” e lancia il polo del buon senso
L’ex presidente del consiglio e leader di Italia Viva spara contro Conte, e non solo. Il movimento Cinquestelle? “Nei prossimi mesi sparirà”
Divisioni a destra, divisioni a sinistra, mancanza di intenti su politica estera e interna che non risparmia nessun “quartiere” politico. «Di fronte a questo scenario esiste un polo di gente che vuole avere risposte concrete».
Ore 22 di sabato, Varese, un teatrino Santuccio in silenzio, ma divertito, si gode l’estate di maggio. Un signore in jeans e camicia sceglie il parterre e non il palco: è stato presidente del consiglio ed ora è segretario di un partito che si chiama Italia Viva ed è in città per presentare un libro, “Il mostro”, edito da Piemme.
Segni particolari: accento fiorentino e fiuto per la politica. Un Matteo Renzi mattatore in un teatrino usato non a caso un tempo per gli incontri pugilistici, entra da scrittore ed esce da leader di partito con bordate piuttosto forti che è in grado di tirare in tutto l’emiciclo, dall’accordo Pd-Cinquestelle («lo faranno? Non lo so ma…») al centrodestra «che non è più unito su nulla». Il gran nemico, però, ha un nome e un cognome, ed è quello di sempre: Giuseppe Conte.
«Se non gli va bene Draghi, Conte ha molte possibilità per dire la sua, per esempio se la politica estera non va, può chiamare il ministro degli Esteri che ha un nome e un cognome, Luigi Di Maio, e dirgli di dimettersi. Conte non apprezza che Draghi vada poco in Parlamento. Bene può chiedere al Ministro per i rapporti col parlamento di dimettersi: è dei Cinquestelle. Se vuoi cambiare le cose, e se hai idee e passione, i governi li fai dimettere, ma se sei terrorizzato dalla possibilità di perdere la poltrona, beh allora non lo fai».
Di fronte a questo orizzonte non proprio di gloria, che si staglia sui continenti della politica italiana, esiste spazio per intervenire. Per far contare le idee. Esempi? «Lavoro, e non reddito di cittadinanza; economia circolare, e non sussidi; investimenti sulla cultura e non sul fatto di potere andare avanti senza studiare», spiega Renzi con domanda dal fare molto retorico: «Questo polo del buon senso chi lo rappresenta? Italia Viva da sola? Non lo so, so però che questo spazio esiste, e per questo spazio io combatto».
“NEL LIBRO NON MI TOLGO SASSOLINI DALLA SCARPA, RACCONTO FATTI”
Il libro che ha presentato nella serata racconta dal suo punto di vista tutto quello che gli è capitato negli ultimi anni. «Più che un modo per togliersi un sassolino dalla scarpa è un elenco di fatti, che nessuno può smentire – spiega a Varesenews – un elenco di documenti e di fatti che dicono che in questi anni a noi è successo qualcosa di strano. Tutto quello che è successo però non solo è comprovato, ma non ci fa passare la voglia di impegnarsi».
Renzi ha un particolare legame con Varese. La sua presenza non è mai mancata, anche nei momenti in cui pochi si azzardavano a fare visita alla culla della Lega: «A Varese innanzitutto c’è da registrare una grande vittoria che Davide Galimberti ha saputo bissare, anche se nel 2016 non fu facile. Proprio dal teatro Santuccio partì quella campagna. E qui c’è una oggettiva storia di buongoverno che parte proprio da lui. Io la faccia ce l’ho sempre messa dappertutto: metterla a Varese è più facile, perchè è un posto bellissimo“.
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