Il palazzetto a bocca aperta per lo show degli Harlem Globetrotters
Tanta gente entusiasta davanti alle magie offerte dalla squadra più matta e spettacolare del mondo, tornata a Varese dopo quattro anni di assenza
Contro le leggi della fisica e nonostante una diffusione del basket ormai planetaria, gli Harlem Globetrotters continuano a stupire, incantare e divertire. Una piccola magia che si ripete da oltre 80 anni e che è tornata a compiersi a Varese, quattro anno dopo l’ultima esibizione al PalaWhirlpool (foto di Mattia Ozbot).
Questa volta sono giunte almeno 2.500 persone a godersi uno spettacolo ad alto tasso di basket, fornito da gente come il funambolo del tiro e del palleggio "Firefly" Fisher, o dallo spettacolare "Flip" White, capace di arrampicarsi sul canestro e da lì schiacciare o stoppare i tiri. Giocatori con un passato universitario di buon livello, che hanno lasciato l’agonismo per portare il "verbo" dello spettacolo cestistico in giro per il mondo con forme divertenti che spesso lasciano a bocca aperta. Dall’altra parte i soliti, sfortunati e brutti rivali, i Washington Generals, presi in giro dagli Harlem e battuti un’altra volta, come sempre accade dal 1971 quando vinsero a sorpresa una partita.
Ma ovviamente il risultato (119-115 per la cronaca, con punteggi assegnati anche con "sfide" particolari) non conta, anche perché il match è regolarmente falsato da interruzioni, gag, sfide di abilità, gavettoni, discesa in campo di ospiti. Tra questi spiccano i bambini: da Chiara che contende la palla a "Stretch" Middleton, 221 di altezza, a Luca che prova a segnare da tre punti e altri ancora. E nel finale, ad alzare di un altro gradino la scala della difficoltà, ecco una schiaccata spaventosa di "Hot Shot": rotazione a 360 gradi con palla fatta passare in volo sotto le gambe prima di affondare il pallone nel canestro. Roba tanto difficile da spiegare quanto da mettere in pratica.
Insomma, una serata che vale la pena vivere almeno una volta, e che i più piccoli non dimenticheranno mai. Anzi, una volta a casa, proveranno a imitare le magie degli Harlem e magari, da lì in poi, si contageranno con il virus del basket. Che poi è lo scopo ultimo dei "Giramondo", la squadra più pazza che ci sia.
FOTOGALLERY in collaborazione con Supportersmagazine
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