Univa e Regione firmano accordo sul Ponte generazionale
Roberto Maroni e Giovanni Brugnoli hanno siglato l'accordo nella sede di Univa. «Per le politiche attive per il lavoro c'è un tesoretto di 940 milioni di euro»
Una volta firmato l’accordo con Univa sul “Ponte generazionale“, Roberto Maroni ha scherzato con Giovanni Brugnoli, presidente dell’Unione degli industriali, sul colore della cartelletta rossa. «Almeno rossonera o verde» ha detto il presidente della Regione Lombardia che oggi ha due buoni motivi per essere contento: questo è il quinto accordo che viene firmato con le associazioni di categoria del territorio; e la disponibilità di un tesoretto di 940 milioni di euro di finanziamenti europei per sostenere le politiche attive del lavoro. «Soldi che spenderemo perché noi siamo capaci di farlo e lo faremo ascoltando» ha detto Maroni .
«Il “Ponte generazionale” è una misura che serve ai lavoratori – ha continuato il presidente della Regione – perché chi è in procinto di andare in pensione può ridurre l’orario di lavoro senza ritrovarsi penalizzato, perché interviene la Regione Lombardia, con un contributo che permette al lavoratori di versare le quote previdenziali, avendo così l’intera pensione e permette ai giovani di avere la possibilità di entrare nel mondo del lavoro attraverso questa staffetta generazionale».
Giovanni Brugnoli, che il prossimo 3 giugno a Malpensafiere passerà il testimone della presidenza degli industriali a Riccardo Comerio, ha spiegato i motivi per cui l’Univa ha deciso di firmare l’accordo. «Da una parte servirà combattere la disoccupazione giovanile che in provincia di Varese è arrivata a toccare la soglia del 39,1% – ha detto il presidente di Univa -. Dall’altra, valorizzerà le risorse umane attraverso la canalizzazione del patrimonio di conoscenze ed esperienze presenti nelle aziende, verso un percorso di trasferimento di competenze professionali tra diverse generazioni di lavoratori».
«Inoltre – ha continuato Brugnoli – l’innalzamento dei requisiti pensionistici operato con le ultime riforme ha prolungato la permanenza dei lavoratori più anziani nelle aziende, generando quindi una ulteriore difficoltà nell’inserimento di nuove leve che si va ad aggiungere alla già pressante crisi economica e occupazionale. Con questo accordo viene predisposto uno strumento che è in grado, grazie alle risorse messe a disposizione da Regione Lombardia, di incentivare l’ingresso dei giovani nelle imprese del territorio e favorire, allo stesso tempo, la progressiva e speculare uscita dei lavoratori che stanno per acquisire il diritto alla pensione. Risorse preziose che, in questo modo, potranno affiancare i ragazzi in una crescita di competenze con una sorta di solidarietà intergenerazionale che concilia le rispettive esigenze lavorative».
L’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Valentina Aprea, ha ricordato infine tutte le misure prese dalla Regione Lombardia a favore dei disoccupati, degli esodati e dei giovani, come la “Dote unica lavoro'” e la “Garanzia giovani“. «Il “Ponte generazionale” – ha concluso l’assessore – ricalca quanto sta avvenendo a livello nazionale, dove il ministro Poletti chiede di introdurre la flessibilità e favorire il lavoro giovanile ed è quello che stiamo facendo qui in Lombardia, perché, con il ‘Ponte generazionale’, abbiamo favorito l’incontro tra generazioni a saldo occupazionale positivo, perché, per un lavoratore che lascia, c’è un giovane che andrà al suo posto, affiancandolo e sfruttando la sua azione tutoriale e la sua esperienza per crescere».
All’incontro era presente anche il consigliere regionale Luca Marsico, presidente della Commissione Ambiente.
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