“Slums dunk”, canestri segnati contro povertà e degrado
Il progetto nato da alcuni giocatori e allenatori (tra cui Bruno Cerella) dopo le esperienze in Kenya sbarca in Zambia, per formare tecnici e dare una speranza ai bambini del posto
Il basket è sport sempre più globale, e anche i massimi campionati – dall’NBA a quelli europei – lo dimostrano: i giocatori ormai arrivano da tutte le parti del mondo, non solo quelle storicamente votate allo sport dei canestri. Tra questi ci sono anche molti cestisti di origine africana (uno di loro, Ebi Ere, è stato capitano della Pallacanestro Varese), che spesso possono sfruttare le proprie doti fisiche per ben figurare sui parquet in giro per il mondo.
Ma l’Africa è anche un territorio che, come tutti sappiamo, ospita milioni di persone in condizioni disagiate, tra povertà e degrado, analfabetismo, malattie e denutrizione. Per chi vive in determinate zone quindi, il basket è solo un sogno lontano a causa della mancanza totale di strutture ma anche di semplici attrezzature tecniche e di persone in grado di insegnare il gioco. Per sopperire a ciò, qualche anno fa, è nato il progetto Slums Dunk, gioco di parole che unisce basket e povertà: sono affiancati il termine anglosassone con cui si identifica la schiacciata a canestro (Slam dunk) con la parola slums, ovvero “baraccopoli”.
Il progetto è nato grazie ad alcuni giocatori e allenatori (il volto più noto è quello dell’italo-argentino Bruno Cerella, una stagione nell’allora Cimberio prima di passare a Milano) che dedicano una parte delle proprie estati a fare da spola con il Continente Nero, dove portano materiale sportivo raccolto tra i colleghi e le società, organizzano camp, insegnano agli appassionati locali i rudimenti della formazione cestistica.
Negli anni scorsi Slums Dunk si è attivata anzitutto in Kenya (le foto della gallery sono state scattate laggiù) e in particolare in un sobborgo di Nairobi (Mathare) dove sono stati effettuati i primi “interventi”. Ora però il progetto, che si è trasformato in una associazione Onlus, si espanderà allo Zambia: nei prossimi giorni infatti un terzetto formato dallo stesso Cerella, dal neo allenatore di Biella (LegaDue) Michele Carrea e dal nostro fotografo Simone Raso (colui che su VareseNews racconta con le immagini ogni partita della Openjobmetis) sarà nella cittadina di Monze con lo scopo di impiantare una sorta di “scuola basket”.
Monze si trova in una zona rurale dello Zambia e quindi in un contesto diverso rispetto a Nairobi, per cui ci saranno alcune difficoltà differenti da affrontare. Le attività nei dieci giorni previsti si divideranno in due parti: alla mattina ci saranno i corsi di formazione per i futuri allenatori mentre nel pomeriggio scenderanno sul campo bambini e bambine che si divertiranno imparando le basi della pallacanestro. L’intenzione è quella di dare seguito a queste attività anche quando i responsabili di Slums Dunk torneranno in Europa: per questo le “lezioni” tecniche agli adulti ricoprono particolare importanza.
Negli stessi giorni Cerella, Carrea e Raso visiteranno anche i dintorni di Monze per cercare un luogo adatto a ospitare in futuro una Basketball Academy per i giovani del posto.
Nell’era dei social, sarà possibile seguire quotidianamente la missione africana di Slums Dunk grazie alle immagini pubblicate sui profili Facebook, Twitter e Instagram della associazione. A dare una mano a questa operazione ci sarà anche un marchio importante come Fujifilm, l’azienda che produce attrezzature fotografiche di cui il nostro Simone è da qualche tempo “ambasciatore”.
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