La Regione fissa un “tetto” agli stipendi dei direttori di Aler

Un tetto massimo per gli stipendi dei direttori generali di Aler. A deciderli la giunta regionale lombarda.
«Abbiamo determinato l’importo complessivo – spiega il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni -, calcolandolo su quattro fasce retributive a scalare dall’Aler più grande (Milano) fino a quella più piccola (Lodi/ Pavia) e gli stipendi andranno da un massimo di 200.000 euro a minimo di 120.000.
Il compenso complessivo dei direttori passa quindi dagli attuali 2 milioni a 780.000 euro massimo: una riduzione notevole del costo di gestione».
In dettaglio sono state così individuate 4 fasce di riferimento:
– MILANO, 200.000 euro;
– BRESCIA-CREMONA-MANTOVA: 160.000 euro;
– BUSTO ARSIZIO-COMO-MONZA E BRIANZA-VARESE: 160.000 euro;
– BERGAMO-LECCO-SONDRIO 140.000 euro;
– LODI-PAVIA: 120.000 euro.
In precendenza invece la situazione era questa:
– MONZA E BRIANZA: 128.126
– CREMONA: 128.554
– VARESE: 178.372
– BUSTO ARSIZIO: 143.076
– MILANO: 220.000
– BERGAMO: 126.068
– PAVIA: 140.000
– COMO: 140.000
– LODI: 155.162
– SONDRIO: 112.900
– BRESCIA: 157.473
– MANTOVA: 148.925
– LECCO: 120.000.

Secondo i dati forniti da Maroni «complessivamente sono stati risparmiati 3 milioni solo con l’accorpamento» e che le poltrone sono passate da 169 a 25, determinando così un notevole dimagrimento che, però «deve garantire maggior efficienza».