Costruttori edìli: la ripresa non si vede qui si muore
All'assemblea di Ance è intervenuto il presidente nazionale Claudio De Albertis ed Emanuele Orsini di Federlegno. I permessi di costruire sono passati dai 300mila del 2005 ai 58 mila del 2015
Claudio De Albertis, presidente nazionale dell’Ance, associazione dei costruttori edili, sembra un gentlemen inglese. Elegante, azzimato, attento a non alzare troppo il tono della voce. Appunto, sembra. Perché nel momento in cui deve affrontare il problema dei problemi, cioè la condizione del sistema Paese, le sue parole risuonano nella sede varesina dei costruttori, riuniti in assemblea, come autentiche bordate.
Non risparmia niente e nessuno, De Albertis, a partire dall’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti alle norme che finiscono sempre con una sanzione penale, in genere risolta all’italiana cioè a colpi di prescrizione. Dalla turbativa d’asta, che vale solo per gli imprenditori edili e non per le assicurazioni che fanno cartello limitandosi «a pagare una multa all’antitrust», all’ingerenza dello Stato nel mercato. E poi c’è un dato culturale che riguarda le imprese di costruzioni italiane incapaci di legare il loro nome ai prodotti che propongono, nonostante le case italiane siano mediamente «più spettacolose rispetto a quelle di Londra o Berlino».
«C’è una percezione diversa del prodotto casa, rispetto al passato. L’italiano vuole una casa personalizzata» aggiunge Emanuele Orsini, presidente di Assolegno. La sfida è anche questa, cioè comprendere il cambiamento della domanda per stimolare una produzione più efficiente, grazie alla digitalizzazione, e un’economia che punti alla circolarità. Sfide che bussano da tempo alle porte dei costruttori.
È la relazione del presidente provinciale dell’Ance Orlando Saibene a fornire l’assist ai due ospiti. In cima a tutte le priorità dei costruttori varesini c’è il cambiamento, al secondo la credibilità da ricostruire e al terzo la sfida della rappresentanza. E per dare il buon esempio il presidente e il direttore Juri Franzosi (nella foto, il primo da sinistra) hanno stravolto la forma tradizionale della relazione, meno densa di parole e con capitoli sintetizzati in agili slide per riassumere l’attività del consiglio direttivo.
In prima fila anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, e il nuovo sindaco di Varese, Davide Galimberti che tra i punti qualificanti del suo programma ha proprio la variante generale al piano di governo del territorio, arrivato con troppo ritardo e non più adeguato alle esigenze della città.
I numeri sullo stato di salute del settore, resi noti da De Albertis e da Orsini, sono impressionanti: dopo 8 anni di crisi ci sono il 13% in meno di imprese, gli iscritti alla cassa edile sono scesi sotto il milione e mezzo contro i due milioni e 300mila prima della crisi. A picco anche i permessi di costruire, 58 mila nel 2015 contro i 300mila del 2005.
«Siamo molto preoccupati – conclude De Albertis -. La ripresa in italia non si vede. Qui stiamo morendo».
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