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Parte il censimento del patrimonio ecclesiastico della città
Il comune appoggia il progetto in qualità di partner cofinanziatore. Obiettivo: conoscere l’entità delle opere e preservarle da furti e vandalismi
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Chissà mai che nascosta in qualche cassetto di sacristia, o dietro un altarino di una cappelletta sperduta o ancora in qualche polveroso deposito non salti fuori un’opera da esporre in qualche museo o, perché no, da mostrare ai turisti.
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Perché l’intento del censimento dei beni culturali ecclesiastici della prepositura di Luino, in tutti gli edifici di culto e di pertinenza delle chiese di Creva, Motte, Colmegna, o Voldomino è anche questo: sapere qual è il patrimonio. Per ammirarlo. Ma soprattutto per proteggerlo. Nella presentazione del progetto, che verrà realizzato dall’Università popolare di Luino è chiaramente riportata una delle finalità: «Inutile sottolineare l’assoluta necessità di una precisa conoscenza di un patrimonio (definibile in alcuni casi superstite) troppo spesso soggetto a depauperamento per incuria, furti, sparizioni e dispersioni generalizzate. Si citano, solo a titolo di esempio, i recenti colpi messi a segno a discapito delle chiese di Maccagno, Musignano e Campagnano; il patrimonio religioso di Luino non è stato e non è tutt’ora meno esposto: sono recentissimi i casi di atti vandalici a discapito delle chiese più lontane dal centro e prive di adeguata sorveglianza».
Il Comune di Luino è partner cofinanziatore del progetto e di recente la giunta ha destinato con una delibera 5.000 euro per sostenere di questa ricerca che si inserisce e prosegue il programma di censimento dei beni culturali ecclesiastici delle aree settentrionali della provincia di Varese già avviato e concluso per le parrocchie dei comuni di Maccagno con Pino e Veddasca, Dumenza, Tronzano Lago Maggiore e Curiglia con Monteviasco. Il buon esito di tale parte del censimento è stato garantito dai contributi della Fondazione del Varesotto – Onlus per le annate 2012-2013 e 2013-2014 e dallo sforzo congiunto delle parrocchie e dei comuni interessati. I risultati di questo lavoro vennero presentati al pubblico nel novembre 2014 in occasione di una mattinata di studio presso l’Auditorium di Maccagno con Pino e Veddasca.
Il censimento dei beni culturali ecclesiastici della prepositura di Luino condivide la metodologia, il criterio di indagine e inventariazione scientifica e gli obiettivi del piano nazionale della Cei per l’inventario delle opere d’arte e dei beni culturali ecclesiastici mobili (CeiOA).
In pratica questo grande inventario consisterà in una sistematica ricognizione e catalogazione informatizzata di tutti i beni culturali ecclesiastici presenti negli edifici di culto e nelle proprietà ad essi collegate (case parrocchiali, oratori, cappelle, saloni, ecc.) e sarà svolto secondo i criteri di catalogazione scientifica predisposti sia dal data-base della CEI (CeiOA) sia dal sistema SIRBEC (Ministero dei Beni Culturali). Si parla di quadri e dipinti, opere lignee e statuaria diversa, le via crucis (secondo le diverse modalità di realizzazione), fonti battesimali (lignei o lapidei) e acquasantiere, ostensori, candelabri suppellettili diverse da cerimonia e per i riti, paramenti e pianete e così via.
Il coordinamento ecclesiastico per le cinque unità parrocchiali interessante (Luino, Colmegna, Creva, Motte e Voldomino) è assicurato dalla Curia di Milano, per la parte tecnica e amministrativa, e da S. E. Mons. Franco Angesi, Vicario Episcopale della Zona 2, diretto responsabile e referente ecclesiastico.
Il ruolo di capofila è stato assunto dall’associazione culturale Università Popolare di Luino, che si è incaricata di operazioni preventive per l’ottenimento dei permessi e il coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti, sia in qualità di finanziatori, sia in qualità di garanti delle operazioni legate al censimento. Tali garanti sono rappresentati, per l’appunto, dai soggetti ecclesiastici; i soggetti co-finanziatori sono rappresentati dalle parrocchie di Luino, di Colmegna, di Creva, di Motte e di Voldomino, dal Comune di Luino e dalla Comunità Montana Valli del Verbano.
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