A Varese il festival dell’Utopia
Tre mesi di incontri e riflessioni, ma anche di spettacoli e cinema: si presenta bene, denso di eventi e pensato proprio per tutti, il primo "Festival dell'Utopia", organizzato da Universauser
Tre mesi di incontri e riflessioni, ma anche di spettacoli e cinema: si presenta bene, denso di eventi e pensato proprio per tutti, il primo “Festival dell’Utopia“, manifestazione organizzata da Universauser e patrocinata da Comune di Varese, Provincia di Varese, Università dell’Insubria, in partnership con sei associazioni varesine.
Il festival prende spunto da un importante anniversario: i 500 anni della pubblicazione di Utopia, l’opera più famosa dell’umanista inglese Tommaso Moro. Il volume, con la sua descrizione di una città ideale, esprimeva il sogno rinascimentale di una società pacifica, dove è la cultura a dominare e a regolare la vita degli uomini. Da allora, l’opera ha spalancato un filone infinito di pensiero su come mutare il corso del mondo e renderlo giusto, umano, felice.
Ed è proprio da qui che ha inizio il viaggio culturale ideato dall’associazione che presenta il festival, dedicato ad esplorare il significato e l’attualità dell’idea utopica.
«Oggi il futuro è una dimensione scomparsa dallo spazio e dalla discussione pubblica, appiattita su un eterno presente– spiega il neopresidente Fulvio Fagiani – Viviamo grandi trasformazioni e passaggi cruciali, dalla crisi economica alle ondate migratorie, dalle tensioni internazionali alla disaffezione politica, dai cambiamenti climatici alle crescenti disuguaglianze, senza sollevare lo sguardo dall’immediatezza e privi di una prospettiva a lungo termine. Con la nostra iniziativa non pretendiamo di dare risposte, ma desideriamo offrire materiali di riflessione e conoscenza».
Una iniziativa complessa, che a prima vista sembra strano trovare in una città come Varese: Che ci fa qui un festival dell’Utopia? «Non c’è nulola di strano: Modena non si immaginava qualche anno fa che sarebbe stata cosi frequentata per un festival della filosofia. E invece ora è frequentatissima anche da persone che non hanno a che fare normalmente con la filosofia- ha commentato l’assessore alla cultura Roberto Cecchi – Anche questo festival ha grandi potenzialità: Varese è una città piena di stimoli attenzione, volontà di fare. Io penso che sarà un operazione di successo, quantomeno dal punto di vista dell’attenzione. Attraverso l’utopia si può comprendere il futuro».
Il Festival si occuperà di molti argomenti, organizzati su sei temi: ambiente ed energia, arte, produzione e consumo sostenibili e consapevoli, società ed economia, spettacoli e storia, filosofia, etica e letteratura.
Di questi temi parleranno molti protagonisti: da don Virginio Colmegna al sociologo Peter Kammerer, da Rita Bernardini presidente onorario dell’associazione Nessuno tocchi Caino, a Gianni Silvestrini, che è stato più volte consulente di ministri per l’ambiente e lo sviluppo ed è da 10 anni direttore scientifico del Kyoto club. Da Heinz Ossenbrink già capo-unitàdel Jrc di Ispra ed esperto in energie rinnovabili a Riccardo Petrella, noto economista promotore tra l’altro della campagna internazionale “Dichiariamo illegale la povertà”.
La data di partenza della manifestazione è mercoledì 21 settembre 2016, alle 18 al Salone Estense. Il primo appuntamento sarà un incontro sull’attualità dell’utopia nella nostra società, aperto dal Sindaco di Varese Davide Galimberti e dall’assessore alla Cultura Roberto Cecchi, con la partecipazione di Don Virginio Colmegna e Peter Kammerer.
Don Virginio Colmegna, per chi non lo conoscesse, è presidente e infaticabile animatore della Casa della Carità, che ha sede a Milano. Un progetto che dà risposta operosa, e non solo di parola, alle difficoltà dell’esistenza, e dà significato non solo alla speranza cristiana, ma anche a un’utopia terrena. Peter Kammerer, critico letterario e teatrale, già docente di sociologia all’Università di Urbino ha scritto e soprattutto ha raccontato l’Italia ai tedeschi e al suo mondo intellettuale. Ha infatti tradotto e commentato in tedesco gli scritti di Pier Paolo Pasolini.
Il giorno seguente, giovedì 22 settembre invece, sarà ricordata con un convegno dal titolo “Gli anziani come risorsa” Bruna Brambilla, fondatrice e prima presidente Universauser, scomparsa nel 2012. «Una donna instancabile e volitiva che con il suo impegno civile e culturale è stata una colonna preziosa e vitale della vita varesina» ha sottolineato il presidente dell’associazione.
Ma la kermesse culturale coprirà un arco temporale ampio: si partirà, appunto, a settembre con un ricco calendario di eventi, conferenze, convegni, proiezioni cinematografiche che arriverà fino al 15 dicembre con l’appuntamento conclusivo dedicato al tema ‘Fare cultura a Varese’. Sulla vocazione culturale e turistica, tra utopia e realtà, dibatteranno con il pubblico Alberto Coen Porisini, Rettore dell’Università dell’Insubria e Davide Galimberti, Sindaco di Varese.
«L’articolazione del festival si muoverà in spazi diversi come il Salone Estense, la Sala Montanari, la sala Filmstudio90, lo spazio scopriCoop, e ben 6 scuole diverse della città – Ha precisato Fulvio Fagiani – ma anche su temi diversi: dalla crisi economica alla riduzione delle disuguaglianze sociali; dall’ambiente alle fonti energetiche alternative, dall’arte all’educazione».
Il Festival entrerà anche nelle scuole superiori con corsi brevi di filosofia, pedagogia e storia. E ancora: proiezioni di un docufilm su Adriano Olivetti, uno degli utopisti moderni, e film proiettati con la collaborazione di Filmstudio90.
Non mancherà uno spettacolo teatrale al teatro Santuccio, pensato e realizzato appositamente per il festival.
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