«Favorirono l’evasione», le richieste dell’accusa
Questa mattina udienza dove il pubblico ministero ha pronunciato la requisitoria
Il processo su “Operazione Alcatraz” arriva alle battute finali: si tratta dell’arresto di cinque agenti di custodia avvenuto nel 2014, finiti in manette con l’accusa di aver favorito, l’anno prima, l’evasione di tre persone dal carcere dei Miogni.
Gli arresti avvennero con ordinanza di custodia nel dicembre 2014.
I cinque sono accusati a vario titolo di aver favorito la fuga di tre detenuti che avvenne il 21 febbraio 2013 avvenuta in maniera rocambolesca segando le sbarre di un locale al piano terra del carcere per riuscire a scavalcare le mura di cinta e calarsi con delle lenzuola annodate.
Furono catturati poco dopo e gli inquirenti scandagliarono subito il fronte interno al carcere per capire se vi fossero responsabilità.
Così nasce l’operazione Alcatraz, che prese il nome dalle famigerate carceri della baia di San Francisco.
Le richieste del pubblico ministero Annalisa Palomba sono state pronunciate oggi di fronte al giudice collegiale (presidente Anna Azzena, a latere Stefano Colombo e Valentina Maderna) vanno dai sette anni agli otto anni e sei mesi.
Sono stati ascoltati alcuni degli imputati e la prossima udienza è stata fissata per il 13 giugno.
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