
Ragazzi a lezione di contraffazione: “Chi guadagna davvero dai falsi?”
Oltre 300 ragazzi hanno partecipato all'evento organizzato per riflettere sulla contraffazione e i suoi effetti e la conclusione è una: "Solo i consumatori possono farla finire"

Scarpe comprate per 3 euro, prodotti di marca a metà prezzo, olio pregiato al costo di bottiglie d’acqua. È il mondo delle contraffazioni, un mercato enorme che danneggia tutti. È su questo che oltre 300 ragazzi delle scuole superiori hanno riflettuto durante un incontro organizzato da Univa e Confindustria alla Liuc.

«Secondo stime prudentissime la contraffazione ogni anno vale 7 miliardi di euro di minor ricavi per le aziende italiane e corrisponde a 4 miliardi di tasse non pagate e 105mila posti di lavoro in meno» spiega Paolo Bastianello, presidente del gruppo tecnico Made In di Confindustria. Un problema che riguarda in particolar modo i giovani e il cui volume di affari aumenta del 20% ogni anno ed «è proprio per questo che noi ci rivolgiamo a voi, perchè è tutta una questione di testa, di curiosità e di salute».
È proprio giocando su questi temi che per oltre un’ora la sala conferenze dell’ateneo castellanzese si è trasformata in un teatro con l’attrice Tiziana Masi che ha portato in scena uno spettacolo interattivo e multimediale. Uno show in cui dall’olio contraffatto alle borse tarocche, dalle scarpe con livelli di inquinanti fuori legge a prodotti privi di qualsiasi tipo di tracciabilità i protagonisti sono stati appunto i falsi e chi li produce.
«Quando compriamo un prodotto falso non facciamo del male alle grandi aziende, ma lo facciamo prima di tutto a noi stessi perchè si tratta di prodotti potenzialmente pericolosi», ha rimarcato il numero 1 degli industriali varesini, Riccardo Comerio. Ma non solo: oltre ai rischi diretti del prodotto ci sono quelli legali. «Noi a Malpensa fermiamo quotidianamente centinaia di pacchi con materiali falsi -spiega il Colonnello Emiliano Jacoboni della guardia del finanza di Varese- e i destinatari sono spessissimo giovanissimi». Ma come fa un acquirente ad accorgersi che sta comprando un falso? «In questo senso -mette in guardia il finanziere- la legge dice che quando ci sono degli elementi sospetti, dal prezzo troppo basso al mercato non ufficiale, anche chi compra può essere considerato responsabile e rischia multe fino a 7.000 euro». E così se da un lato «noi della Guardia di Finanza cerchiamo di risalire la catena della falsificazione» dall’altro «cerchiamo di sensibilizzare tutti ad evitare questi acquisti».
Un problema che è ben chiaro anche a livelli istituzionali altissimi. «Più di 10 ministeri diversi ogni giorno fanno la loro parte per fermare questo traffico con un sistema che è considerato un modello internazionale» racconta Francesca Cappiello, della divisione anti contraffazione del Ministero dello Sviluppo Economico. Un lavoro che cerca di intercettare tutta la filiera del falso ma «è un lavoro molto complicato, perché i trafficanti si riorganizzano in continuazione e proprio per questo è importante che si smetta di acquistare questi prodotti perchè ricordatevi sempre che dietro ad un prodotto falso c’è chi ci guadagna tantissimo. E non siete mai voi».
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