I giovani del PD presentano i consigli dei quartieri
I Giovani del PD, capitanati dai consiglieri Fisco e Pepe, hanno presentato la loro idea dei Consigli dei Quartieri, "assistiti" dall'assessore alle politiche giovanili e quartieri Francesca Strazzi, e al consigliere del PD Francesco Spatola
Ci hanno lavorato per mesi, e ora sono arrivati a presentarli alla città, o perlomeno ai suoi rappresentanti nelle commissioni consigliari (questa sera, in commissioni affari generali, alle 18) e prima alla stampa, in sala matrimoni. I Giovani del PD, capitanati dai consiglieri Fisco e Pepe, hanno presentato la loro idea dei Consigli dei Quartieri, “assistiti” dall’assessore alle politiche giovanili e quartieri Francesca Strazzi, e al consigliere del PD Francesco Spatola.
«Dopo avere visto il successo in consiglio comunale del regolamento dei beni comuni proposto dall’assessore De Simone e votato all’unanimità dai consiglieri, ci siamo resi conto dell’esistenza di un diffuso desiderio di partecipazione delle persone» ha sottolineato l’assessore ai quartieri Francesca Strazzi.
«Nel 2011 quando si è deciso di chiudere le circoscrizioni si è persa un po’ una componente tipica di Varese, quella rionale – spiega il consigliere PD Giacomo Fisco – Non avere piu degli strumenti che potessero rappresentare necessità ed esigenze dei quartieri è stata una difficoltà, anche se grazie all’assessore e al suo ufficio si è creata partecipazione piu ampia».
I consigli di quartiere, nati da un’idea del PD varesinoe fino ad ora messi a confronto con il resto della maggioranza e gli uffici comunali, verrano presentati per la prima volta in commissione affari generali – e perciò anche ai membri della minoranza – questa sera. Però «Non sono le vecchie circoscrizioni – sottolinea Fisco – Possono sembrare parlamentini, ma l’idea è di proporre uno strumento nuovo»
Uno strumento che vuole riportare il concetto di partecipazione in città«Speriamo che abbia un consenso trasversale, non solo nostro, per favorire il dialogo con la città – Commenta il consigliere Francesco Spatola, che ha fatto parte del gruppo di lavoro che ha elaborato il progetto – Un percorso fondato sulla partecipazione, non per “allevare” consiglieri o assessori»
COME SONO FATTI I CONSIGLI DI QUARTIERE
Per spiegarli, Fisco usa quattro parole chiave: «Partecipazione, quartieri, istituzioni e dialogo. Perchè grazie alla partecipazione dei cittadini e del dialogo con le istituzioni si può creare un vero». I consigli di quartiere saranno in tutto 12, con 140 consiglieri complessici e 65mila cittadini potenzialmente coinvolti, visto che potranno partecipare i varesini dai sedici anni in su.
Saranno costituiti da un numero variabile di persone, a seconda della dimensione demografica dei quartieri: i consigli di quartieri sotto i 4000 abitanti avranno 7 consiglieri, quelli che hanno una popolazione tra 4000 e 8000 persone avranno 11 consiglieri, mentre 15 consiglieri saranno previsti solo per quelli oltre gli ottomila cittadini: «di fatto, questi ultimi saranno costituiti solo dal centro e dalle Bustecche» precisa Fisco.
I consiglieri verranno eletti con un metodo che prevede come per il 70% siano indicati dal consiglio comunale secondo un sistema di liste tra consiglieri, e per il 30% sorteggiati da liste di cittadini. Ogni consigliere durerà in carica 5 anni: «Tra loro verrà nominato un coordinatore che dura invece 30 mesi, e un coordinatore vicario che dura anch’esso 30 mesi – spiega Fisco – unica richiesta, per tutti è che i consiglieri di quartiere devono essere residenti nel quartiere».
I consigli di quartiere possono essere convocati da sindaco, presidente consiglio, presidenti di commissione, oppure da un quinto consiglieri di quartiere o infine da 50 cittadini. IL consiglio può fare segnalazioni all’assessore competente, o istanze proposte alla commissione competente. Un’assemblea di quartiere aperta ai cittadini, dovrebbe essere convocata almeno una volta all’anno
E, una volta all’anno è prevista anche la “Camminata di Quartiere”: un’idea che arriva dal regolamento di Parma, a cui Varese si è ispirata. «Può sembrare folcloristico, ma è un modo, una volta all’anno, di approfondire la conoscenza del quartiere e di esporre, a sindaco e assessori che vi partecipano, le istanze del quartiere».
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