Una “Garibaldeide” in 10 puntate
Il comune di Varese, nella sua pagina Facebook, ha deciso di raccontare la storia del controverso acquisto della caserma Garibaldi, che fu "presa in carico" dalle amministrazioni precedenti e ora sta cercando di rendere concreta la sua identità
Una vera e propria “Garibaldeide” in dieci mosse.
Il comune di Varese, nella sua pagina Facebook, ha deciso di raccontare la storia del controverso acquisto della caserma Garibaldi, che fu “presa in carico” dalle amministrazioni precedenti e ora sta cercando di rendere concreta la sua identità.
Caserma Garibaldi a un passo dalla firma del progetto definitivo
Lo farà con dieci post diversi, uno al giorno e uno per ogni anno di anniversario dell’acquisto del bene.
Fino ad ora ne sono stati pubblicati due: il primo legato al giorno del contratto, che fu siglato il 23 giugno 2009.
“Il Comune di Varese, guidato allora da Attilio Fontana, la comprò per la cifra di 2.420.000 euro dall’Agenzia del Demanio. Nel contratto si legge bene che l’edificio appariva già tutelato dal Ministero per i Beni Culturali e dalla Soprintendenza Regionale che lo avevano dichiarato edificio di interesse storico: quindi già allora era chiaro che l’edificio non si poteva abbattere ma solo riqualificare. Nel contratto veniva anche specificato che la Caserma veniva acquistata nelle condizioni in cui si trovava. Il Comune nel contratto si impegnava a realizzare la riqualificazione secondo le destinazioni d’uso ritenute compatibili con i caratteri storico artistico dell’edificio e comunque con finalità dedicate ad attività socio culturali e didattiche”.
Nella seconda puntata, vengono evidenziati invece i costi sostenuti per la messa in sicurezza all’indomani dell’acquisto (più precisamente nel periodo 2014 – 2015): a quell’epoca furono spesi 1.068.666 euro, per la sicurezza del tetto, della facciata e delle fondamenta. Gli interventi non servirono per un miglioramento estetico ma solo funzionale. Nel post, si segnala come in una relazione tecnica si poteva leggere che: “l’edificio, nella parte più antica, presentava gravi e preoccupanti condizioni di dissesto statico, che renderebbero necessarie pesanti e puntuali opere di consolidamento”.
Ma qual è l’intento della “Garibaldeide”, storia già nata male e ora alla ricerca di una, anche faticosa, conclusione?
«Qualcuno mi ha chiesto perché stiamo facendo questo percorso di trasparenza sulla ex caserma – ha commentato il sindaco Davide Galimberti direttamente dalla sua pagina social, dove del resto si sta svolgendo il tutto – L’idea è quella di far conoscere ai cittadini tutti gli aspetti ed i passaggi amministrativi più importanti che hanno riguardato e riguarderanno questo edificio. Da dove si è partiti, le varie fasi, per arrivare nelle ultime tappe a proporre alcune strade per il futuro che consentano di recuperare finalmente la struttura. Nessun intento polemico ma puramente conoscitivo di una vicenda complessa».
Ad un passo dal momento della esecuzione dei lavori, le funzioni dell’edificio sono confermate come quelle di un polo culturale: con biblioteca e altri spazi multifunzionali aperti alla città, tra cui la recente acquisizione dell’archivio del moderno di Mendrisio, e lo spazio in progettazione dell’emeroteca e della fruizione dei documenti multimediali.
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