
Giorgetti: “L’Italia deve essere governata dalla cultura del Nord”
Giancarlo Giorgetti a ruota libera in una delle serate de Il sogno che va. Ha chiuso l'incontro, diretto da Rosario Rasizza, Attilio Caja, allenatore della pallacanestro Varese

“Quelli che vengono a Varese sanno che devono correre altrimenti non vedono la palla”. Giancarlo Giorgetti inizia la serata de Il sogno che va parlando di basket, la sua seconda passione oltre la politica. Nel ruolo dell’intervistatore “apprendista giornalista”, come si è più volte nominato, Rosario Rasizza di Openjobmetis.

Una cena-incontro molto partecipata con un parterre di invitati di primo livello dall’assessore regionale Raffaele Cattaneo al sindaco di Varese Davide Galimberti, all’assessore Strazzi, al consigliere comunale e pratron della Elmec Rinaldo Ballerio. Con loro anche il presidente degli industriali Roberto Grassi, il rettore della Liuc Federico Visconti e numerosi imprenditori varesini.
“Varese sembra la bella addormentata nel bosco rispetto allo sport. Altri, in diversi territori, riescono a mettersi insieme e fare di più. Rasizza ha il merito di aver messo tutti intorno a un tavolo con Orgoglio Varese. Un grande merito e seguo con attenzione perché lo sport è un punto forte del mio impegno. Più sport c’è, più la società è migliore. Con il nostro governo abbiamo previsto un bonus fiscale per quanti investono nelle società sportive per fare manutenzioni degli impianti”.
È come sempre un Giorgetti attento all’uso delle parole, ma senza peli sulla lingua. “La politica italiana oggi non sa arrivare alla seconda mossa di un gioco che ne richiederebbe tante. Occorrerebbe una visione che permetta uno sviluppo del lungo periodo. Invece oggi assistiamo a manovre che non arrivano al giorno dopo. L’attuale maggioranza ha come collante il fatto di non andare alle elezioni spaventati dalla possibile vittoria di Salvini”.
Sulle prospettive Giorgetti ha pochi dubbi: sarà uno sfacelo per Pd e M5S. “Io non ho mai detto che deve arrivare Draghi, però il giorno dopo ci sono saltato sopra. Se deve nascere un governo gradito alle banche lui è l’unico italiano su cui nessuno può dire niente. Guardando i segnali che arrivano potrebbe essere plausibile un nuovo esecutivo subito dopo le prossime regionali. I governi nascono amati o odiati. Questo è un governo che non ama nessuno. Renzi non ha detto che il governo durerà, ma che la legislatura arriverà a termine. Il problema adesso è capire cosa stia lì a fare il governo per il paese”.
Il leader della Lega è sfiduciato rispetto al suo ambiente. “La politica di oggi non ha la cognizione di cosa sia la realtà del paese e del mondo economico. Le aziende viaggiano a ritmi incredibili mentre la politica è lentissima. Si sta chiusi nel palazzo o al massimo si usa internet per comunicare. Questo gap deve essere chiuso, ma purtroppo le regole della democrazia non sono adatte a mettere in collegamento queste diverse situazioni. La medicina è la partecipazione. Le persone ci devono provare a mettere il proprio impegno e la legge elettorale potrebbe aiutare se fosse di carattere maggioritario. Questo costringerebbe i partiti a scegliere i migliori. Oggi c’è un respiro corto e l’informazione è parte di tutto questo. La notizia dura poche ore e poi ci si dimentica”.
“Mancano idee innovative – prosegue Giorgetti come un fiume in piena – che possano essere messe a terra. I talenti se ne vanno fuori dall’Italia. Io non condivido la linea di apertura politica nei confronti della Russia che ha fatto Salvini. Sotto il profilo strategico quel paese è imballato. La competizione è tra Stati Uniti e Cina. Io privilegio i paesi dove c’è libertà. In Cina non ce n’è e in Russia ce n’è poca. Gli americani per vincere la competizione devono investire sullo spazio ed è quello che stanno facendo”.

La serata si è poi conclusa con un intervento del coach dalla pallacanestro Varese Attilio Caja, reduce da una vittoria schiacciante contro Brindisi.
“Nello sport – ha raccontato l’allenatore – ci sono due squadre e dipende molto dalla squadra avversaria. Abbiamo vinto così anche perché Brindisi ieri non si è presentata. Noi dobbiamo impegnarci e saltare addosso subito e sempre.
Io per carattere mi arrabbio sempre e lo so già quando vado in palestra e sul campo. I miei giocatori si fanno il mazzo più degli altri. Di testa più che di fisico. Si stressano, ma quando alla fine dell’anno guadagnano il doppio mi ringraziano.
Io dopo 25 anni di lavoro alla fine dell’allenamento sto con loro e vado a casa molto tardi. Poi sto attento a chi è troppo furbo perché in quel caso conviene tagliare subito mettendo energia su altri. Con me la squadra lavora tanto. Da noi si fanno le cose seriamente. Tanti colleghi per non vedere le cose si voltano dall’altra parte. Un errore clamoroso perché nello sport il principio della mela marcia è devastante”.
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