Detenuti meno “soli”, arriva lo sportello del Garante

Presentato martedì mattina ai Miogni un servizio che aiuta la popolazione carceraria a sbrigare diverse pratiche

Ai Miogni apre l\'ufficio del Garante dei detenuti

«Chi ha commesso un errore, domani potrà riprendersi la vita tra le mani, perché chi sta qui, ricordiamolo, continua ad essere cittadino».

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Il difensore regionale della Lombardia Carlo Lio era questa mattina al carcere dei Miogni per la presentazione dello “Sportello del Garante regionale dei detenuti” di Varese.

Pratiche sanitarie pensionistiche, richieste, ricongiungimenti familiari e avvicinamenti, addirittura pratiche automobilistiche in vista di un rinnovo della patente che può rappresentare un’occasione fondamentale per ricostruirsi una vita fuori dalle sbarre, per avere «una seconda chance».

Da oggi questo servizio è una realtà e al cercare di Varese era presente anche il prefetto Enrico Ricci che ha elogiato questo servizio, «perché bisogna credere e praticare l’umanità della pena invocata dalla Costituzione, come pure la funzione rieducative del carcere».

Un nuovo servizio dunque per Varese  – ma non per il Varesotto perché già attivo nel carcere di Busto Arsizio, oltre che in altre località della Lombardia – che ha l’obiettivo di incidere in maniera reale sui diritti dei detenuti, specialmente per quelli che hanno meno possibilità di essere aiutati da un legale, come ha ricordatolo stesso Lio.

Inoltre l’agevolazione di tutte le pratiche – proprio come per quelle automobilistiche – può aiutare ad accorciare i tempi burocratici e influire positivamente sulla rieducazione.

La grande scommessa è l’abbassamento del tasso di recidiva (cioè la propensione scommettere nuovamente rati una volta tornati in libertà) che per il sistema carcerario italiano ancora molto elevato rispetto agli altri Paesi europei: siamo al 68%, mentre per chi è affidato a misure alternative si ferma al 19% (fonte: il Sole24Ore su dati Ministero della Giustizia).

Per questo nel 2018 il ministero della giustizia si è dotato presso l’Ufficio di Gabinetto del gruppo di lavoro “Osservatorio permanente sulla recidiva” L’unico antidoto conosciuto per ovviare a questa piaga dagli altissimi costi sociali è rappresentato infatti dal lavoro.

Quindi ogni pratica che diviene meno macchinosa anche per arrivare a questo obiettivo, da queste parti è ben accolta. «Per il momento non sono ancora stati fissati gli orari e i giorni in cui questo servizio sarà attivo», ha spiegato la direttrice della Casa circondariale di Varese, Carla Santandrea.

Alla cerimonia del “taglio del nastro” era presente anche il questore di Varese Giovanni Pepè, l’assessore ai servizi sociali del Comune di Varese Roberto Molinari, il comandante polizia penitenziaria Alessandro Croci, la direttrice dell’ATS Insubria Barbara Lamperti, il Direttore Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) Maria Grazia Mezzanzanica che hanno sottolineato, ciascun secondo i propri ambiti di competenza, l’importanza delle politiche di ascolto e d’intervento finalizzate al reintegro in società di quelle persone che si vengono a trovare in regime di libertà sospesa.

Gli uffici dove si potranno imbastire colloqui individuali è stato ricavato con la ristrutturazione di due stanze al piano terreno della struttura. Per accedere al Garante regionale è necessario fare domanda attraverso apposito modulo che va presentato all’amministrazione penitenziaria di Varese. In tutto il carcere dei Miogni di Varese ospita 82 detenuti.

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Pubblicato il 26 Novembre 2019
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