L’amore e la cura per i miei genitori
Franca ha passato tutto il lockdown ad accudire i suoi genitori. "Ho sicuramente perso qualcosa di quanto è accaduto. Non avere avuto questa possibilità di pausa, nella mia casa, con i miei familiari, con me stessa, è stata una opportunità mancata"
Dapprima la paura che ha cominciato a sorgere, per me stessa e i miei cari e soprattutto i miei genitori e mia suocera anziani; le prime restrizioni di contenimento emesse, dalle quali sono derivate le decisioni di allontanare le persone non autorizzabili ad accedere ad accudire ai miei genitori, per ridurre il rischio di contagio
Quindi la necessità di non potere restare a casa in quarantena per accudire i miei genitori da sola per tutti i pomeriggi e tutte le domeniche, a partire da 17 Marzo 2020; e poi quando è arrivato ad aiutarmi Juli alla sera ed alla domenica mattina, è stato un grande sollievo; ed ora anche Mari a pomeriggi alterni, sollevandomi ancora di più.
I continui bollettini sull’epidemia, il dramma della situazione di Bergamo, la sofferenza continua alle notizie del numero dei morti; lo sgomento a vedere e sapere delle bare portate via senza il conforto per i parenti dell’ultimo saluto; la sofferenza la solidarietà e l’orgoglio a sapere degli infermieri e dei medici che si stavano adoperando pur stremati e con pochi mezzi; la condivisione ed l’empatia con l’impegno che ognuno di loro stava sostenendo, nell’emergenza, con abnegazione e forza del dovere, supportando così la mia difficoltà a continuare a curare i miei genitori tutti i giorni per tante ore al giorno, tolte alla mia casa ed a me stessa; il dispiacere per la morte dei medici e degli operatori tutti, nello svolgere lavoro ed assistenza o volontariato nell’emergenza
Il silenzio di quando uscivo da casa di mamma e papà per tornare alla mia, percorrendo a piedi il vialetto pedonale in mezzo ai prati e la breve distanza che separa le due case: nelle strade vicine non passava nessuna auto e non si sentivano motori, ed ero l’unica fuori casa, ed avevo come una sensazione di privilegio ed appartenenza a ciò che avevo attorno
L’invidia verso chi nel condominio aveva il tempo per prendere il sole tutti i pomeriggi di Aprile e Maggio, e di chi aveva il tempo e si muoveva a piedi per comprare il pane fino al panettiere invece che al supermercato, pur di giustificare una passeggiata oltre i duecento metri ammessi fuori da casa.
Le uniche uscite, a parte andare a casa di mamma e papà, erano limitate ad andare in farmacia ed al supermercato, con enorme stress per le code e le precauzioni da prendere, e l’ansia di venire a contatto con persone ed ambienti di potenziale pericolo
Il pianto e la sensazione di avere perso qualcosa della mia vita, quando sono tornata a casa mia la sera di Pasqua dopo avere passato tutto il giorno ad accudire mamma e papà, e non essere stata con mio marito e mia figlia, se non un’ora a pranzo.
La tenerezza provata a guardare le foto della Pasqua e Lunedì dell’Angelo fatte ai due miei genitori a casa loro, e loro erano sorridenti e contenti, e comunque a me cari, e li avevo curati io da sola e tenuto loro compagnia e cercato di fare festa insieme … sono orgogliosa di averlo fatto
La sorpresa quando, una sera o tardo pomeriggio verso i primi di maggio, ho sentito il rombo di un aereo in cielo, e mi è sembrata una cosa impossibile, che non ricordavo di sentire da tempo.
Il dispiacere nel negare a mia figlia la possibilità di avere a casa nel fine settimana dell’11 maggio (quindi dopo il 4, inizio di una prima parziale apertura) la sua amica del cuore e la famiglia completa di mio figlio, perché era ancora troppo presto e non ancora ammesso, e il suo pianto accorato per la delusione provata, la mancanza ancora di un ritorno alla normalità
La sensazione di avere passato “la boa” quando abbiamo deciso di fare venire a pranzo domenica prossima 24 maggio mia suocera, oltre che autorizzare mia figlia a fare venire la sua amica del cuore
Non ho avuto la possibilità di fare il “lockdown” come tutti, e questo mi è mancato; ho continuato a pensare e dire che avrei tanto voluto restare a casa mia e non dovere uscire come ho sempre dovuto fare; e ancora mi è rimasta la voglia di restare in quarantena a casa mia nel tempo della quarantena e mi spiace di non avere neanche avuto il tempo di annoiarmi; ho sicuramente perso qualcosa di quanto è accaduto …. non avere avuto questa possibilità di pausa, nella mia casa, con i miei familiari, con me stessa, è stata una opportunità mancata.
F.B. Varese
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