La meridiana del settecento torna a giocare col sole
Partiranno a breve i lavori di restauro dell'orologio solare che si trova nella piazzetta del Monastero al Sacro Monte
Ha quasi tre secoli la meridiana che si trova nella piazzetta del Monastero al Sacro Monte. É sulla parete di destra, quella di fronte al campanile, è di modeste dimensioni e poco visibile. Ma con un valore storico e culturale importante, tanto da meritarsi un bel restauro. «È un esemplare raro che dovrebbe risalire alla metà del settecento». Roberto Baggio è un varesino, abita alla Rasa, e si occupa di gnomonica per passione. Da anni continua a fare ricerche e studi nel settore, perchè «amo giocare con il sole», e il motivo è facile capirlo. Dietro ad una meridiana si nasconde la storia dei territori, le abitudini di un tempo: «studiando questa meridiana mi sono accorto che è composta da due orologi sovrapposti e ad ore italiche. Uno è “ad usum campane”, cioè sfasato di mezz’ora per poter definire esattamente l’ora nella quale far suonare l’Ave Maria dopo il tramonto».Serviva quindi per regolare la vita di tutti i giorni, il lavoro nei campi e l’ora del rientro per la cena. Il suono delle campane scandiva il tempo nella giornata, tanto più se si sentivano in tutta la valle come quelle del Sacro Monte. «La nostra cultura è fatta anche di questi strumenti, che uniscono arte e scienza – continua Baggio -.
Nel nostro comune sono presenti novanta meridiane, circa quattrocento in tutta la provincia e gli studi non sono ancora finiti».
Nel nostro comune sono presenti novanta meridiane, circa quattrocento in tutta la provincia e gli studi non sono ancora finiti».I lavori di restauro partiranno a breve e vedranno come capo fila Roberto Baggio, sostenuto dall’Associazione Amici del Sacro Monte con il finanziamento di Ubi Banca. «Siamo davvero contenti di questo restauro – spiega Ambrogina Zanzi, presidente dell’associazione -. Sono molto rare queste meridiane e tipiche della nostra zona». Già a Milano infatti, non se ne trovano più, «lo dico sempre agli amici milanesi» – scherza Baggio continuando a raccontare delle meridiane – «Il punto d’ombra di uno gnomone ( il ferro che segna l’ora) è la cosa più semplice che ci mette in contatto con tutto l’universo, perchè è obbligata a seguire i suoi moti. Pensare a questo è sempre affascinante». E sul sito www.sundialatlas.eu si possono inviare le fotografie di meridiane: «in un anno ne sono arrivate 4500 da tutto il mondo».
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