90-60-90, il valore della donna non si misura così

La Cgil di Varese ha aderito alla campagna regionale: sono stati installati due totem nel centro della città con alcuni dati sul ruolo femminile nella società e nel mondo del lavoro

Due totem per valorizzare il ruolo femminile nella società italiana e nel mondo del lavoro, anche a Varese la Cgil sostiene la campagna lanciata da CGIL Lombardia.
In città sono stati installati due totem trasparenti uno in Via Manzoni all’entrata della Galleria Manzoni e l’altro in Piazza XX Settembre in Largo Forzinetti che lanciano uno slogan “ 90 -60 -90 il valore di una donna si misura su altri numeri”.
“Si è voluto provocatoriamente partire dai “numeri” che nella rappresentazione di molti definiscono il corpo femminile perfetto, ma troppo spesso strumentalizzato e vituperato, per far riflettere su altri numeri e i veri valori delle donne – spiega un comunicato della Cgil – . L’obiettivo è di attirare l’attenzione delle cittadine e dei cittadini di Varese e delle persone che frequentano il capoluogo sulla vera condizione di lavoro delle donne e il loro ruolo nella società.
Nonostante sia ormai provato che il lavoro femminile apporta un vero incremento del PIL, le donne purtroppo sono ancora fortemente discriminate nell’accesso al lavoro, sul posto di lavoro e nella società”.
Sul totem si invitano i lettori a collegarsi al sito www.donnechelavorano.it dove sarà possibile trovare tutti i materiali della campagna informativa.
Ed eccoli i veri numeri che dimostrano il valore delle donne: 100.000 donne al lavoro incrementano il PIL dello 0,28% .
Il 76,1% del lavoro domestico e di cura è svolto dalle donne – non retribuito – valore economico enorme non calcolato nel PIL. E’ dimostrato che più donne al vertice delle imprese rendono le stesse più competitive.
I veri numeri sulla parità che presentano una situazione ancora difficile, una strada ancora molto in salita per raggiungere la parità in Italia ma soprattutto una situazione molto diversa tra Italia ed Europa: le donne imprenditrici in Italia sono il 4% contro l’11% in Europa, le donne Ministro sono il 18% in Italia contro il 26% in Europa.
Anche per ciò che concerne le tipologie di contratti le donne sono messe molto peggio, il 25% di donne ha un contratto precario contro il 13% degli uomini; inoltre il differenziale di salario tra uomo e donna è molto più elevato per le donne italiane. Così come le difficoltà a conciliare maternità e lavoro sono sempre più pesanti per le donne italiane basti pensare che 1 donna su 9 in Italia esce dal mercato del lavoro dopo la maternità e 1 donna su 5 al rientro dalla maternità subisce discriminazioni.
Il 45,55 delle donne straniere sono occupate presso le famiglie (dato 2008) producendo un risparmio dello Stato in prestazioni assistenziali di 6 miliardi di Euro (dato 2007) le donne straniere sono il nostro Welfare state.
“Come CGIL riteniamo prioritaria l’estensione dei diritti e delle tutele ai contratti flessibili e precari ed avanziamo alcune proposte di welfare quali: un sistema di ammortizzatori sociali universale unico, la formazione continua per crescere ed affrontare i cambiamenti e rimettersi in gioco per tutto l’arco della vita lavorativa. Interventi su conciliazione vita-lavoro, i genitori, le famiglie e le donne devono essere supportate economicamente e nell’accesso ai servizi quali nido, servizi per gli anziani e trasporti. Riteniamo inoltre importante promuovere il superamento del gender gap nella rappresentanza politica e un cambiamento culturale nel sistema delle imprese pronte ad aprire su tutti queste proposte tavoli di confronto con le istituzioni, le imprese e le associazioni di categoria”.
Sul sito www.donnechelavorano.it si troveranno inoltre i video sui colloqui di lavoro “vergogna” a cui le donne sposate con bambini o magari con la prospettiva di averne, sono costrette ad assistere per trovare un lavoro; tra messaggi velati e consigli spassionati sull’incompatibilità tra famiglia e lavoro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Aprile 2011
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