Fava: “Varese non puo’ rinunciare all’industria del latte”

«Una provincia come quella di Varese con 900 mila abitanti non puo’ non avere un’industria lattiero casearia». L’assessore regionale all’Agricoltura, Gianni Fava (Lega Nord), in visita alla cooperativa Latte Varese ha lanciato un messaggio positivo a una realtà economica di nicchia, costantemente minacciata dalla concorrenza della grande distribuzione che, potendo agire con i grandi volumi  sulla leva del prezzo, mette in difficoltà i piccoli produttori di latte come appunto la cooperativa di via Uberti. «Non esistono agricolture marginali – ha continuato l’assessore Fava – ma agricolture differenziate a seconda dei territori e la Regione Lombardia con la moratoria sui centri commerciali ha dato un segnale chiaro. Qui c’è l’orgoglio di fare impresa agricola e bisogna continuare a farla». (foto, da sinistra: Fabio Binelli e Gianni Fava)
Fava porta ad esempio il modello della grande distribuzione francese dove i prodotti del territorio vanno diversificati sullo scaffale in modo da valorizzarli e informare il consumatore su ciò che compra e ciò che consuma.
La cooperativa Latte Varese impiega 40 dipendenti e genera un fatturato di circa dieci milioni di euro con una continua differenziazione del prodotto. Recentemente è stato introdotto con successo il latte acidificato, consumato soprattutto dagli immigrati extracomunitari, che viene prodotto anche per la centrale del latte di Torino, e si sta pensando anche alla produzione diretta di yogurt. «Quest’ultima ipotesi la stiamo valutando – spiega il presidente della coop. Latte Varese – ma qui c’è un problema di spazio».
Infatti un ulteriore problema è rappresentato dalla sede della centrale varesina del latte che è di proprietà del Comune di Varese e sulla quale sono state avanzate ipotesi di vendita. «Per il momento siamo in affitto poi si vedrà» taglia corto Binelli.