Il procuratore Grigo: “Sintonia con il pm Abate”

L'indagine sul gruppo imprenditoriale dei Polita verso la conclusione. Il capo della procura spiega perché il fascicolo dal 13 gennaio è intestato a due pm

La scelta di affiancare al dottor Agostino Abate un secondo magistrato, la dottoressa Sabrina Ditaranto, effettuata lo scorso 13 gennaio dal procuratore capo Maurizio Grigo (foto), in ordine all’inchiesta che vede come indagato l’imprenditore Sandro Polita e altri (la vicenda che tocca l’hotel di Capolago, Ansafin ed ex Quiete) è una decisione tecnica, dovuta al carico di lavoro pendente in quell’ufficio e alla complessità degli accertamenti da svolgere, ed è stata richiesta dallo stesso magistrato Abate. Lo rende noto il procuratore capo, che oggi ha brevemente chiarito come, la decisione di cointestare il fascicolo, nasca soprattutto da una esigenza di carichi di lavoro che, in procura, sono alti. Ciononostante, l’indagine è comunque vicina alla sua naturale conclusione, come ha già ricordato il procuratore generale di Milano dottor Manlio Minale nella sua trasmissione di atti a Brescia, relativa all’esposto che l’imprenditore Sandro Polita ha presentato contro il pm, lamentando una presunta indebita azione nei confronti dei suoi supporti infirmatici.

Il procuratore generale, nella lettera che dispone la trasmissione di atti, ha scritto che nei confronti del pm di Varese, finora, sono state disposte da Brescia sempre delle archiviazioni totali, e in un caso ancora sub judice c’è già una prima archiviazione parziale. La circostanza viene ricordata anche dal procuratore di Varese Maurizio Grigo, il quale afferma che dette indagini, doverosamente svolte da Brescia ma tutte finite bene per la procura, non implicano alcuna ricaduta sull’investitura originaria del fascicolo in oggetto.
Inoltre, quanto alla scelta della dottoressa Ditaranto, il procuratore Grigo ricorda che «la designazione trova legittimazione in una precorsa esperienza in affari penali consimili svolti da questo magistrato presso altre procure». Infine il pm non ha altri procedimenti con gli stessi indagati, mentre a Busto Arsizio aveva già svolto inchieste su fallimenti e reati di tipo economico, quali sono quelli per cui è indagato l’imprenditore che ha presentato l’esposto. Il procuratore ha parlato di «perfetta sintonia» con il pm Abate sul lavoro svolto. Pur restando pienamente legittimo che l”imprenditore Polita contesti attraverso gli atti che la legge gli mette a disposizione le indagini a suo carico, gli organi inquirenti appaiono fermi nel ribadire che quanto fin qui fatto, nella funzione di indagine, è stato corretto. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Gennaio 2014
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