Appello Uva, richieste pene fino a 13 anni
La Corte non ammette Biggiogero e altri tre testimoni, come richiesto dal Pg che ha pronunciato le richieste di condanna nella sua requisitoria
Massimo Gaballo, il procuratore generale di Milano ha chiesto di condannare a 13 anni due carabinieri e a 10 anni e 6 mesi sei agenti, tutti imputati nel processo davanti alla Corte d’Assise d’appello per la morte di Giuseppe Uva.
A Varese, in primo grado i militari e i poliziotti, accusati di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona aggravato, sono stati assolti.
Il 43enne venne fermato dai militari mentre cercava di spostare delle transenne dal centro di Varese per essere poi portato in caserma assieme all’amico Alberto Biggiogero e infine trasportato con tso all’ospedale di Circolo di Varese, dove morì la mattina successiva.
Secondo l’accusa, la “costrizione fisica” a cui fu sottoposto Uva insieme alle “lievissime lesioni riscontrate sul suo corpo”, avrebbe provocato quella “tempesta emotiva” in seguito alla quale si sarebbe scatenato “l’evento aritmico” e da lì la morte.
La Corte d’Assise d’Appello di Milano non aveva ammesso questa mattina i testi richiesti dall’accusa per il processo nel corso della prima udienza: Biggiogero, Finazzi, Russo e Talotta, aprendo la strada alla requisitoria.
I difensori ritengono molto soddisfacente che la corte abbia disatteso la richiesta della Pg e della parte civile di rinnovare l’istruzione, cioè i testi.
Dal punto di vista processuale, dunque, il perimetro delle deposizioni testimoniali sarà quello segnato dall’istruttoria dibattimentale di primo grado.
La prossima udienza è fissata per il 23 maggio con la discussione delle parti civili, poi toccherà alla difesa.
In tutto saranno circa una decina i legali a dover prendere la parola nell’aula di Palazzo di Giustizia.
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