
Ora la formazione 4.0 conviene anche alle piccole imprese
L'accordo è stato sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil e Confapi Varese. Credito d'imposta del 40% sugli investimenti in formazione. Marco Tenaglia: «È un'opportunità per imprese e lavoratori»

Ci sono accordi sindacali che incidono concretamente nella vita di aziende e lavoratori, più delle stesse leggi che li hanno originati. Quello appena firmato da Confapi Varese e Cgil, Cisl e Uil, il primo del genere firmato in provincia, appartiene a questa categoria. Si tratta di un credito d’imposta del 40% per quelle aziende che hanno fatto attività di formazione per acquisire e consolidare conoscenze delle tecnologie inserite nel piano nazionale industria 4.0, fino a un massimo di 300mila euro. «Il modello – spiega Piero Baggi, direttore di Confapi – ricalca quello utilizzato per la detassazione dei premi di risultato. L’obiettivo è intercettare quelle aziende che per dimensione non sono ancora sindacalizzate ma che vogliono attuare il piano formativo per accedere allo sgravio fiscale».

La puntualizzazione di Baggi è tutt’altro che un esercizio di stile. Le parti sociali che operano su un territorio fortemente industrializzato, come il Varesotto, sanno che l’investimento in macchinari e beni strumentali, attraverso gli incentivi del piano Calenda (super e iper ammortamento, nuova Sabatini, credito di imposta, patent box etc etc), è solo il primo passaggio. Una miriade di piccole imprese poi fatica a trovare le risorse per acquisire le competenze necessarie.
«I dati forniti da Ucimu (l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, ndr) – dice Marco Tenaglia presidente di Confapi (foto sotto) – indicano una crescita negli investimenti delle imprese anche se in netto rallentamento rispetto allo scorso anno a causa delle incertezze politiche sia interne che esterne al Paese. Tanti piccoli imprenditori, che non avevano usufruito degli incentivi di industry 4.0 ora guardano con interesse a questa opportunità perché porta miglioramenti sia all’azienda che ai lavoratori».

L’accordo, che fa riferimento alla Legge di Bilancio 2018, prevede che per accedere allo sgravio fiscale l’impresa definisca un piano formativo e lo condivida con Confapi in modo che l’associazione di rappresentanza possa verificare la corrispondenza del piano stesso con quanto previsto dalla legge. La richiesta viene inoltrata ai sindacati e la commissione mista deve riunirsi entro dieci giorni dal ricevimento della stessa. Confapi ha già individuato alcune risorse interne, i consulenti Davide Selle e Sara Beverina, che affiancheranno le imprese in questo percorso.
A questo punto gli imprenditori non possono più avere alibi per giustificare il mancato investimento in formazione. I sindacati, in particolare Antonio Massafra, segretario provinciale della Uil, e Umberto Colombo, segretario della Cgil, guardano a questo accordo con un certo orgoglio, ennesimo tassello di un sistema di relazioni sindacali abituato a produrre risultati concreti. «Il rilancio del sistema manifatturiero varesino passa dall’investimento in formazione perché industria 4.0 è un processo irreversibile» sottolinea Colombo. «Credo che la formazione in tema di digitalizzazione sia l’ultima chiamata per molte imprese – conclude Massafra – Chi non ha nuove commesse e non riesce ad aumentare il fatturato per sostenere gli investimenti sarà destinato a uscire dal mercato».
Per onor di cronaca, l’accordo è stato sottoscritto unitariamente dal sindacato, quindi anche dalla Cisl dei Laghi, nonostante la segretaria Adria Bartolich sia stata recentemente giubilata e il reggente annunciato non ancora nominato.
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