I musei varesini e i loro tesori, un incontro per scoprirli
Venerdì 12 nel salone superiore della pasticceria Zamberletti l'associazione Prospettive culturali per Varese presenta un incontro con Bruno Belli, presidente dell'associazione
Venerdì 12 aprile 2019, alle 17,30 nel salone superiore della pasticceria Zamberletti di corso Matteotti 20 l’associazione Prospettive culturali per Varese presenta “Vita, collezioni e gemme dei musei civici varesini. Ieri… Oggi… e domani?” con Bruno Belli, presidente dell’associazione.
Una breve traccia della storia delle collezioni varesine partendo dal 1871, quando fu aperto il «Museo patrio», fino alla completa formazione dei «Musei Civici» (1965), per arrivare ai giorni nostri è utile sia per conoscere il patrimonio pubblico che fa capo ad essi, sia per comprenderne gli aspetti peculiari e l’importanza di determinati gioielli contenuti, non sempre, però, esposti al pubblico.
«Si tratta di un patrimonio che, almeno negli ultimi 25 / 30 anni, non è stato valorizzato a dovere, così come nulla di veramente efficace si sta facendo da parte dell’attuale amministrazione, né si ritiene che quanto annunciato dalla stessa nell’ambito del settore culturale apporti alcun beneficio concreto ai Musei alle collezioni ed anche alla città» spiega Belli.
La conversazione di Bruno Belli si pone l’obiettivo non solo di cercare di far meglio conoscere anche agli stessi varesini quale sia il patrimonio in loro possesso, ma anche di prospettare i possibili metodi utili a rendere meglio noti luoghi e collezioni tanto in città, quanto al di fuori di essa, tra i quali un maggiore coinvolgimento della popolazione interessata – secondo alcune formule sperimentate con successo anche negli Stati Uniti e proposte “alternative” alla museografia classica o corrente – sarebbe uno dei quattro punti fondamentali che Belli ha da qualche tempo individuato.
Ma, soprattutto, è la conoscenza della formazione storica almeno dei musei principali, Villa Mirabello (con “appendice” relativa all’Isolino Virginia) e Castello di Masnago, nonché la peculiarità di Sala Veratti e della possibilità di ricollocare diversamente alcune collezioni che rimane un punto imprescindibile per chiunque voglia seriamente accrescere la funzione e l’uso degli stessi per gli anni futuri, in una città della quale non si è ancora chiaramente tracciato il ruolo e le caratteristiche che le si vorranno fare avere per non renderla una semplice città dormitorio.
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