La scuola a distanza, gli esami e la sfida di ripartire a settembre in presenza

Il direttore dell'Ufficio scolastico territoriale di Varese Giuseppe Carcano racconta la scuola durante il coronavirus gli stravolgimenti di orari, spazi e trasporti in vista a settembre

giuseppe carcano

Il primo pensiero di Giuseppe Carcano, direttore dell’Ufficio scolastico di Varese è per i bambini e i ragazzi diversamente abili (oltre 3800 nelle scuole statali della provincia) “per i quali la relazione personale quasi fisica con docenti e i compagni sono più fondamentali perché apprendere a distanza certe competenze di autonomia è impossibile” ha detto nella lunga intervista live rilasciata a VareseNews lunedì 11 maggio. “Molti insegnanti di sostegno hanno mantenuto relazioni personali anche se a distanza con i loro studenti e le loro famiglie per limitare trauma di un distacco improvviso, e la stessa disponibilità hanno dimostrato molti educatori comunali impegnati nel sostegno e di questo li ringrazio tutti”, ha aggiunto.

Didattica a distanza

Perché se le scuole di Varese hanno reagito velocemente alle misure di contenimento sperimentando diverse soluzioni di didattica a distanza è anche vero che questa funziona meno al diminuire dell’età, per i più fragili o per chi non ha potuto essere seguito da quei genitori che non hanno mai smesso di lavorare.
“I bambini non possono restare concentrati un’ora o di più davanti al computer e imparano tanto anche dagli altri bambini, hanno bisogno di stare insieme in presenza per apprendere – ha detto Carcano – Speriamo per loro di dover ricorrere solo raramente alla Didattica a distanza a settembre”.
“La Dad alternata potrebbe funzionare magari con gli studenti più grandi, nei licei
, ma più difficilmente percorsi più tecnici che hanno bisogno di spazi e laboratori per l’applicazione pratica di quanto insegnato”, ha aggiunto Carcano rispondendo alla domanda di una lettrice su una delle proposte emerse settimana scorsa dal ministro Azzolina.

Maturità

Ma prima di pensare a settembre c’è la fine delle lezioni (confermata per l’8 di giugno) e subito dopo gli esami: la maturità. “La circolare ancora non c’è – precisa Il direttore dell’Ust – ma si ragiona su un colloquio a distanza davanti alla commissione composta da 6 docenti interni e uno esterno e condotto però dallo studente sulla base di un elaborato personale, proposto a ciascuno studente dal proprio consiglio di classe”. L’emozione certo sarà tanta, anche se da casa: “Bisogna prepararsi seriamente, seguire i consigli dei professori e anche se è mancato un quadrimestre, è altrettanto vero che le competenze  da valutare alla maturità sono quelle acquisite in 13 anni di scuola”, ha aggiunto Carcano.

A settembre

Poi la grande sfida sarà settembre. “Sicuramente ogni scuola dovrà adattarsi alle linee guida ministeriali di cui siamo tutti in attesa”, ha aggiunto il provveditore citando ad esempio i 44 punti del protocollo tedesco o le nuove routine introdotte in alcuni paesi asiatici con l’ingresso non più vociante e caotico, ma ordinato e fatto di nuove routine, dal lavaggio mani al cambio scarpe.
“La protezione della salute comporterà maggiori rigidità per tutti e importanti ripensamenti di spazi e percorsi e orari scardinati, anche per ingresso e uscita”.

Trasporti

E la questione è davvero molto complessa. Per quanto riguarda gli orari un grosso problema è rappresentato dalle scuole secondarie, con istituti di oltre mille alunni che raggiungono la scuola ogni mattina insieme sui mezzi. “I ragazzi non potranno entrare e uscire tutti insieme. Su questo già per domani è in programma un tavolo coordinato dalle province di Como e Varese per pensare a come riorganizzare il trasporto pubblico degli studenti medi sul territorio, mentre a livello più locale, per i più piccoli della secondaria di primo grado, i singoli dirigenti scolastici stanno già iniziando a confrontarsi sul tema con le amministrazioni comunali di riferimento”

Spazi

Amministrazioni locali in campo anche per ripensare e recuperare spazi alla didattica (gli edifici delle scuole statali dai 3 ai 13 anni sono di competenza comunale, della Provincia gli istituti delle secondarie di secondo grado). Su questo punto Carcano cita lo sforzo di prevedere più percorsi di ingresso e di uscita dove possibile e di recuperare spazi,”anche con l’aiuto di associazioni e oratori, come sta facendo Varese e necessario soprattutto per le scuole secondarie perché molte primarie in realtà, a conseguenza del calo demografico, oggi dispongono di ampi spazi poco utilizzati” spiega il dirigente che non esclude neppure di usare degli ambienti all’aperto per la didattica.

Lavoro

E poi c’è la questione lavoro. Dei genitori e anche dei docenti: ne serviranno di più? “Probabilmente sì – risponde Carcano con riferimento all’ipotesi di creare gruppi classe significativamente più piccoli – Ma sarà molto difficile per lo Stato reclutarli in tempi brevi visti i vincoli di requisiti e concorsi”.
“Se il tempo scuola dovesse essere ridotto, soprattutto nella primaria – aggiunge – sicuramente bisognerà provvedere in collaborazione con tutte le realtà locali, e quindi i Comuni ma anche il terzo settore a mettere a punto dei servizi aggiuntivi per garantire ai genitori che lavorano la possibilità di affidare i figli a un servizio che ne garantisca la sorveglianza”.

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Pubblicato il 11 Maggio 2020
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