Upim: Cosa succederà dopo?
Ora si vedono solo le serrande chiuse, dopo 50 anni. Ma quello che sembra un vuoto incolmabile potrebbe essere già in movimento
A saracinesche abbassate, l’Upim di piazzale Trento ispira solo malinconia.
Una grande realtà commerciale, punto di riferimento da 50 anni per la città, che chiude, in quella che è una grande piazza-portale del centro di Varese lascia un grande “buco”, sia fisico che emozionale.
Però in questi giorni il negozio non è vuoto. La vecchia gestione sta concludendo lo svuotamento dei locali, che vanno liberati entro la prima settimana di luglio.
Il che è un indizio anche per il futuro: del fatto per esempio che sia già “alla porta” il nuovo affittuario il quale, secondo le indiscrezioni già di alcune settimane fa, avrebbe fatto un’offerta imperdibile ai proprietari dello stabile. Un locatario che, oltre alla liquidità, deve avere anche una certa solidità per convincere il proprietario a “lasciare andare” un gruppo, come OVS-Upim, ancora robusto.
Ma chi subentrerà nel grande magazzino in centro Varese? Non se ne sa ancora nulla, ma l’ipotesi del nuovo affittuario cinese resiste. Potrebbe, a questo punto, rivelarsi una delle principali catene cinesi globali, come ad esempio Aumai, vera e propria multinazionale cinese della grande distribuzione non alimentare, che solo in Italia ha quasi 50 punti vendita. Niente però conferma ipotesi del genere, e le multinazionali cinesi del settore stanno moltiplicandosi anche nella nostra nazione.
Nulla però è perduto nemmeno per Upim: indiscrezioni vogliono che la società stia cercando una sede alternativa in città, segno che non ha intenzione di lasciare definitivamente “la piazza”. Di certo, la parte di abbigliamento per bambini, Blukids, ha già trovato una “casa”, all’interno del negozio Iper al Centro Belforte: ma non sono esclusi altri sviluppi.
E i lavoratori,14, del punto vendita? «La trattativa con Upim è in corso, stiamo lavorando a buon ritmo con l’intento di ricollocare tutto il personale nei negozi Upim o Ovs del territorio – spiega Giuseppe D’Aquaro, della Fisascat Cisl, che segue fin dall’inizio la questione – Ovviamente la soluzione ottimale, e auspicata da tutti, sarebbe una nuova apertura in città di Varese. Come organizzazione sindacale chiederemo diritto di precedenza per il personale oggi in forza su Viale Milano in caso di nuove aperture».
Diversa sorte invece per Galimberti/Euronics, la grande catena di elettrodomestici che occupava parte del piano seminterrato gruppo in difficoltà anche prima del Covid in tutta Italia: per l’azienda sono state già avviate le procedure di tipo fallimentare. Per loro le speranze di rialzarsi sono poche, e poche anche le speranze per la decina di lavoratori impiegata nella sede varesina.
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