Dalla Rsa fino al domicilio: a Luino la Fondazione Comi sarà protagonista della rete di cure territoriali

La Fondazione con le due strutture residenziali e i servizi domiciliari è al tavolo istituzionale nella progettazione della rete di cure territoriali definite con la riforma regionale

Generica 2020

Un territorio complesso, periferico, con peculiarità socio sanitarie importanti. È in questo contesto che la Fondazione Comi vuole offrire professionalità e assistenza, nella futura rete socio assistenziale che la riforma della sanità varerà sul territorio.

Con le sue due strutture ricettive, la RSA tradizionale e la sezione dedicata alle patologie neurodegenerative ( un piano intero dedicato all’Alzheimer), con il centro diurno integrato e la RSA aperta, la Fondazione Comi si propone come attore nella nuova organizzazione a rete che verrà gestita dall’Asst sette Laghi attraverso i piani di zona

« Noi mettiamo a disposizione i nostri professionisti che già oggi operano nelle case dei pazienti – spiega il direttore Danilo Benecchi arrivato nell’autunno del 2020 in piena seconda ondata – Possiamo fare la nostra parte nelle equipe multidisciplinari che verranno create per intercettare il bisogno e definire i percorsi di presa in carico. Già oggi siamo l’interfaccia dei cittadini e stiamo lavorando con gli altri enti istituzionali, Ats Insubria e Sette Laghi, per l’erogazione integrata di servizi».

Attualmente, la Fondazione Comi segue, con il servizio di RSA aperta , 25 utenti: « La richiesta è molto elevata ma il nostro budget è limitato – spiega ancora il direttore – con l’avvio della riforma, mettiamo a disposizione professionalità e conoscenze. Collaboriamo attivamente con l’Asst perchè ospitiamo in formazione un gruppo di 8 infermieri che andranno a lavorare sul territorio come infermiere di comunità. Abbiamo stipulato anche una convenzione con l’Università dell’Insubria per ospitare studenti in tirocinio». 

direttore benecchi e presidente frigerio

( a sinistra il Presidente Frigerio e a destra il direttore Benecchi)

Il bisogno anche nel Luinese è elevato con molti gli anziani pluripatologici e critici da seguire : « Contribuiamo con il servizio di RSA aperta ma, quando le famiglie non riescono più a gestire il congiunto, siamo il riferimento con la struttura residenziale. Lo siamo anche per chi esce dall’ospedale, una volta superata la fase acuta, e ha bisogno di tempo per ristabilirsi prima di rientrare a casa. Nell’ultimo anno abbiamo ospitato almeno 80 degenti su 100 che uscivano dall’ospedale e avevano bisogno di cure intermedie. È in questa complessità che ci proponiamo come partner per modelli di presa in carico stabili e definiti, percorsi chiari a disposizione delle famiglie e cure domiciliari più rispondenti al bisogno». 

La Fondazione Comi ha una residenza formata da 5 nuclei di 20 ospiti ciascuna e poi ha ulteriori 84 letti, nella palazzina alle spalle dell’ospedale, dove sono ricoverati i pazienti con Alzheimer o altre demenze.

La pandemia ha colpito duro anche questa RSA sia nella seconda ondata, quando il Covid fece il suo ingresso in residenza, sia per la carenza di personale specializzato, sottratto da altre realtà in emergenza. Per gestire la criticità si sono rivolti all’estero grazie alle possibilità che la normativa legata all’emergenza ha concesso. In questo momento ci sono 170 dipendenti : « Siamo una terra di confine – commenta il Presidente della Fondazione Alberto Frigerio – la concorrenza con il Canton Ticino è molto intensa. Stiamo applicando politiche incentivanti ma è davvero molto dura. Abbiamo attivato una convenzione con l’Università dell’Insubria per ospitare tirocini di studenti di medicina, di fisioterapia oltre che di scienze infermieristiche. Abbiamo assunto 4 medici neolaureati che faranno poi il concorso di specialità. Stiamo investendo perchè siamo una onlus al servizio del territorio».

Per migliorare anche l’assistenza, la Fondazione Comi ha avviato due sperimentazioni: un occhio “intelligente”che monitora il sonno degli ospiti e rileva anomalie mentre in primavera saranno distribuiti dispositivi “indossabili” che controllano costantemente alcuni parametri inviando alla centrale tutti i risultati. L’occhio intelligente è già stato posizionato in due nuclei  e servirà anche a raccogliere informazioni sulla qualità del sonno dei residenti. I dispositivi indossabili saranno dati a pochi ospiti per testare il modello che, se sarà positivo, verrà esteso a tutti. 

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Pubblicato il 09 Febbraio 2022
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