Al MIV l’omaggio della Varese del basket al mito Sandro Gamba

Successo per la proiezione di "Un coach come padre" dedicato all'allenatore che riportò Varese sul tetto d'Europa. Tra i presenti lo stato maggiore della Pallacanestro e il presidente di Legabasket Gandini

Un coach come padre" al MIV di Varese

A una settimana di distanza dalla serata dedicata a Gigi Riva, la sala Giove del MIV di Varese è tornata a raccontare una storia – meravigliosa – di sport con forti connotati locali. In una “staffetta” particolarmente piacevole, il pallone calciato dal “Rombo di tuono” di Leggiuno ha lasciato il posto a quello da basket che Sandro Gamba ha fatto palleggiare, da giocatore e da allenatore, per tutta la sua vita.

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“Un coach come padre”, la storia di Sandro Gamba al MIV di Varese 4 di 13

Il cinema varesino ha ospitato (lunedì sera, 5 dicembre) la proiezione del film “Un coach come padre”, il docu-film firmato dal regista Massimiliano Finazzer Flory e dedicato per l’appunto alla vicenda umana e sportiva di Gamba (oggi 90enne), per decenni simbolo dell’Italia cestistica tanto da essere stato inserito nella Hall of Fame di Springfield, la più importante al mondo.

Ferito a una mano da una raffica di mitra a Milano, sul finire della guerra, Gamba riprese il perfetto uso delle dita proprio grazie al continuo esercizio con il pallone e divenne così giocatore dell’Olimpia e della Nazionale. Alle Olimpiadi di Roma ’60 ebbe l’onere e l’onore di marcare Jerry West, l’uomo da cui deriva il celeberrimo logo della NBA come ricorda Dan Peterson in un divertente passaggio della pellicola.

Gamba – e nel film la cosa si percepisce chiaramente – ha saputo unire tifoserie storicamente avversarie: ha allenato a Milano, Varese e Bologna ma soprattutto ha trascinato la Nazionale (forte anche di giocatori di Cantù, Roma, Torino…) a successi mai ottenuti prima d’allora come l’argento olimpico di Mosca 1980 e l’oro europeo di Nantes 1983. Ma è proprio a Varese che da allenatore di club, il coach ha dato il meglio con le due Coppe dei Campioni vinte dalla Ignis-Mobilgirgi nel ’75 e nel ’76.

In sala, al MIV, non sono mancati i protagonisti di quelle imprese: c’erano Aldo Ossola e Massimo Lucarelli ma anche Sandro Galleani, fedele masseur a Varese e in azzurro. Mentre sul grande schermo la telecamera di Finazzer proponeva le parole di Dino Meneghin, giocatore-simbolo del periodo di Gamba, ma anche quelle di Sacchetti, Villalta, Marzorati, Caglieris, Gilardi, Peterson e altri ancora. Con la chicca di due video con protagonisti Bill Clinton e Michael Jordan, a suggellare l’importanza che il coach nato a Milano ha avuto nel basket mondiale.

«Sandro è uno dei tre italiani eletti nella Hall of Fame americana (gli altri sono Cesare Rubini e  Dino Meneghin ndr) e nei festeggiamenti per i 50 anni della Legabasket di cui ero appena diventato presidente lo abbiamo subito inserito tra le leggende italiane» ha spiegato, prima della proiezione, Umberto Gandini che non ha voluto mancare all’appuntamento. «Non lo posso ricordare giocatore per ragioni anagrafiche – conclude – ma da varesino l’ho ben presente come allenatore della Ignis-Girgi e per me vederlo allora fu una cosa molto formativa».

Ad accompagnare la proiezione, presentata dallo stesso Massimiliano Finazzer Flory, tutto lo stato maggiore della Pallacanestro Varese con in testa il presidente Marco Vittorelli, l’ad Luis Scola, il gm Michael Arcieri, coach Matt Brase e capitan Giancarlo Ferrero. «Quando venni nominato presidente del club fu per me un onore prendere la guida di questa società per la sua grande storia – ha ricordato Vittorelli – E ho sempre sostenuto la necessità di mettere in luce le radici del passato. Noi lavoriamo tutti i giorni per cercare di tornare ad alti livelli di basket, di emozioni e di storia per la città». Con Finazzer, Gandini e Vittorelli sul palco anche Mauro Re in rappresentanza di Bper Banca che ha affiancato la produzione del film promuovendone la “prima” varesina.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Dicembre 2022
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