Frana di Luino, il punto in Prefettura su sfollati e interventi

Da parte dell’amministrazione comunale massimo sforzo per venire incontro alle persone fuori casa. “Interventi sulla parete in sicurezza“

Generico 09 Jan 2023

Monitoraggio della situazione, e necessità di trovare un sistema per consentire di operare in sicurezza sul fronte dei primi interventi sulla frana di Creva che ha minacciato uno dei condomini «della Cavetta», oramai vuoto e transennato per evitare rischi legati al possibile distacco di ulteriore materiale. Ma anche la massima attenzione verso chi è tecnicamente rimasto senza casa: i più fortunati da parenti o conoscenti, e gli altri, in tutto nove persone cioè quattro nuclei famigliari, in una struttura ricettiva di Castelveccana, «ma stiamo facendo il possibile anche assieme all’amministratore del condomino per poter offrire una sistemazione alternativa in appartamenti nella zona, che oltre a rappresentare certamente una soluzione diversa e più stabile rispetto ad una camera d’albergo, costituiscono anche una soluzione più accettabile sotto il profilo economico».

Lo dice il sindaco di Luino Enrico Bianchi di ritorno dalla riunione alla prefettura di Varese nel pomeriggio di lunedì 9 gennaio cui hanno partecipato i vertici delle forze dell’ordine della cittadina lacustre oltre che ai responsabili delle istituzioni interessate a risolvere la grave quanto intricata situazione della frana di Creva: grave perché sul piatto esiste l’enorme tema del dissesto idrogeologico – “il” tema, specialmente per ampie aree dell’Alto Varesotto – che si è palesato in maniera violenta nei 1500 e passa metri cubi di roccia precipitati per decine di metri al suolo e che solo per fortuna non hanno fatto vittime, giovedì scorso.

Situazione parimenti intricata perché questione fra un privato proprietario del fondo da cui si è staccata la frana (a quanto sembra una società di capitali posta in liquidazione), e altri privati, proprietari degli appartamenti oggi sorvegliati con discrezione dalle forze dell’ordine perché abbandonati in fretta e furia fra la nuvola di detriti che pian piano verso le 9 del 5 gennaio scorso si posava a terra lasciando intravvedere l’ulteriore squarcio nella montagna che va a sommarsi alla ferita già patita dal versante lo scorso 24 aprile.

La delegazione luinse alla prefettura (composta dal geologo Fabio Meloni e dall’assessore all’Urbanistica e Opere pubbliche Francesca Porfiri) ha interagito con la giunta regionale: l’assessore a Territorio e Protezione civile Pietro Foroni era in video conferenza. Sul tavolo i due fronti del problema: le misure da prendere riguardano il “disgaggio“ del materiale instabile che andrà effettuato seguendo percorsi di massima sicurezza per gli stessi operatori così da permettere il ritorno a casa dei residenti, una volta approntate tutte le misure per scongiurare altri crolli.

Sia le misure, sia i tempi sono tuttavia soggetti a forte indeterminatezza. Per il momento proseguono le valutazioni dei tecnici sul dà farsi e le interlocuzioni con proprietari di immobili per cercare una sistemazione più stabile per gli sfollati.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Gennaio 2023
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