Architetti, geometri, ingegneri e costruttori all’unisono: “Da Super Bonus a Super Malus”

ANCE Varese, Ordine Architetti Varese, Collegio dei Geometri di Varese e  Ordine Ingegneri Varese riassumono tutte le perplessità in merito alla decisione del Governo Meloni di mettere fine alla cessione dei crediti per tutti i bonus fiscali edilizi e all'acquisto di crediti per tutte le amministrazioni pubbliche

superbonus cantiere

«La decisione assunta dal Governo di impedire di ricorrere allo sconto in fattura e di vietare alle pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti fiscali mette a repentaglio migliaia di imprese e decine di migliaia di posti di lavoro». Lo affermano ANCE Varese, Ordine Architetti Varese, Collegio dei Geometri di Varese e  Ordine Ingegneri Varese con una nota nella quale riassumono tutte le perplessità in merito alla decisione del Governo Meloni di mettere fine alla cessione dei crediti per tutti i bonus fiscali edilizi, compreso il Superbonus e all’acquisto di crediti per tutte le amministrazioni pubbliche, compresi gli enti locali e le Regioni.

«Ancora una volta, senza alcun confronto con la rappresentanza della filiera delle costruzioni, vengono assunte decisioni che modificano le “regole del gioco” a partita in corso. L’operazione appare tanto più scellerata se si considerano le motivazioni addotte come giustificativo basate su dati parziali e prive di una più ampia valutazione complessiva. Dalla sua conversione in Legge il Superbonus 110% ed il meccanismo di cessione del credito sono stati modificati oltre venti volte a cui si aggiungono ulteriori cambiamenti di rango secondario, circolari applicative, provvedimenti della Direzione Centrale dell’Agenzia delle Entrate e centinaia di interpelli – spiegano costruttori, architetti, ingegneri e geometri -. Una confusione che rischiano di pagare salato le migliaia di Imprese ed i Professionisti che sono ormai al collasso ed in crisi di liquidità e la cui unica colpa risiede nell’aver utilizzato, in maniera corretta, le regole emanate dallo Stato che improvvisamente, di contro, si è “rimangiato” la parola data rendendo impossibile la cessione dei crediti ed il proseguo dei lavori».

«Le decisioni assunte, senza minimamente occuparsi né risolvere il vero tema dei crediti bloccati, pongono una pietra tombale sul superbonus 110% favoriscono esclusivamente i ceti con maggiore capienza fiscale e mettono a rischio gli impegni assunti dalle famiglie per il miglioramento delle loro abitazioni – prosegue la nota -. I Professionisti che hanno garantito trasparenza e correttezza, spesso assumendosi responsabilità che non gli competevano e che si sono ritrovati in balia di richieste sempre più astruse e contraddittorie, si ritrovano, dopo queste ultime modifiche, a non poter più operare e tantomeno a concorrere al raggiungimento degli obiettivi di risparmio e di autonomia energetica che, almeno a parole, il Governo ha sempre dichiarato di voler perseguire. Ciò che altresì appare incomprensibile è l’atteggiamento “ideologicamente” orientato e sordo ad ogni appello da parte delle innumerevoli associazioni di categoria. A gran voce, da lungo tempo infatti, da ABI ad ANCE, dalle Associazioni Condominiali alle Reti delle professioni Tecniche, dagli Ordini Professionali a Confedilizia e a CNA, vengono richiesti interventi risolutivi rispetto al blocco nella cessione dei crediti. Il Governo emana quest’ultima norma giustificandola con numeri parziali ma tacendo rispetto a quanto affermato, attraverso analisi e studi approfonditi, da primari Istituti quali fra gli altri NOMISMA e la LUISS Guido Carli. Analisi che dimostrano, di fatto, la sostenibilità economica e sociale della misura. E’ altresì del tutto evidente che l’applicazione della Legge sul Superbonus necessiti di correttivi sanzionatori in presenza di comportamenti poco virtuosi quali ad esempio sulle speculazioni dei materiali da costruzione. Gettare però via “il bambino insieme all’acqua sporca” non pare una soluzione accettabile e tantomeno sensata. Queste le valutazioni complessive che dovrebbero far riflettere e che insieme ad un ascolto attento delle categorie interessate possono e debbono condurre ad un quadro di regole chiare e stabili».

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Pubblicato il 18 Febbraio 2023
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Trovatemi un’altro paese dove l’intero costo di ristrutturazione di un immobile sarebbe stato a carico della fiscalità generale, anzi, persino con un sovrapprezzo. Andando quindi ad aumentare il debito pubblico pro-capite per avvantaggiare meno dell’1% dei proprietari di immobili indipendentemente dal reddito.

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