L’anticorruzione a teatro: diverte e fa pensare “Gli errori degli altri”, lo spettacolo di Karakorum e comune di Varese

Lo spettacolo "gli errori degli altri" è stata una grande opportunità per i quasi seicento dipendenti del comune di Varese che hanno partecipato a questo curioso momento di formazione

"Gli errori degli altri": allo spazio Yak lo spettacolo che insegna ai dipendenti comunali i pericoli della corruzione

Non è normale che un corso anticorruzione, pensato per arginare la valanga di possibilità anche criminose del PNRR, si svolga in uno spazio teatrale. Ma il fatto che lo sia è stato una grande opportunità per i quasi seicento dipendenti del comune di Varese che hanno partecipato a questo curioso momento di formazione: un’occasione per guardarsi dentro, e dire a se stessi e agli altri che la corruzione non è una cosa semplice, non si mostra con trolley di soldi o gentaglia dal brutto aspetto ma è molto più vicina a noi, e spesso si nasconde dietro a delle buone intenzioni.

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Gli errori degli altri, lo spettacolo anticorruzione di Varese 4 di 14

E’ quello che emerge da “Gli errori degli altri”, spettacolo interattivo sulle insidie della buona fede realizzato,  da Karakorum Teatro con La Confraternita Del Chianti, il cui testo originale è stato scritto da Stefano Beghi, regista e formatore, Chiara Boscaro, autrice teatrale e project manager e Marco Di Stefano, regista e autore teatrale.

La regia dello spettacolo è di Stefano Beghi e Marco Di Stefano con Valerio Bongiorno, Alice Pavan e Fabio Zulli. Il patrocinio è del Comune di Varese, che di fatto ne è stato il committente, e di Anac, la associazione nazionale Anti Corruzione che ne ha “benedetto” l’originale idea.

Si tratta di un’idea: «Nata dall’esigenza di arrivare a tutti i collaboratori dell’amministrazione, a tutti i livelli, per cercare di suscitare attraverso questo spettacolo che nasce dalla disamina di alcune sentenze, una serie di messaggi, input, atteggiamenti che bisogna avere nella attività quotidiana all’interno dell’Ente – ha spiegato il sindaco Davide Galimberti – uno spettacolo che suscita domande più che risposte perchè volevamo fare emergere l’etica, la necessità di certi comportamenti per non commettere leggerezze pericolose».

Ma come è nato lo spettacolo? Abbiamo provato a chiederlo all’autore e regista Stefano Beghi: «L’esperienza nasce innanzitutto da una intuizione della parte politica, che ha percepito il fatto che la tematica non poteva essere risolta semplicemente con informazioni. Doveva essere invece affrontata innanzitutto dal punto di vista culturale, un punto di vista che ha a vedere non solo con le pratiche ma con i significati, con l’etica, con il senso dell’amministrare la cosa pubblica. E doveva essere affrontata anche da un punto di vista umano. Le regole le conosciamo, ma perchè rischiamo di non rispettarle, che cos’è che ci impedisce di essere serenamente disposti a seguire quelle che sono le pratiche? Probabilmente il problema di fondo non sta in una mancanza di informazioni, ma in una difficoltà a gestire delle situazioni complesse, che ci richiedono un’attenzione sul piano umano, prima che procedurale. E proprio da qui, lo spettacolo è partito».

"Gli errori degli altri": allo spazio Yak lo spettacolo che insegna ai dipendenti comunali i pericoli della corruzione

A fare da motore primo dello spettacolo, divertente e interattivo, decine di faldoni di sentenze. Quelle che sono state consegnate dal sindaco di Varese ai registi della pièce: «Ovviamente, io non sono un esperto in materia legale, tantomeno di corruzione – continua Beghi – Noi siamo artisti, e la nostra competenza è di mettere i piedi nel grigio, all’interno della dimensione conflittuale e umana delle cose, quella che non è ne bianca ne nera, appunto. Per cui, consapevole di questa cosa, il comune ci ha affidato la “ricerca del grigio” mettendoci in mano una serie di materiali da studiare: delle storie di corruzione, sentenze di corruzione, esempi concreti di processi messi in atto» .

Ma non solo: «Abbiamo avuto la possibilità di parlare e intervistare i dipendenti del comune, capire quali sono le pratiche e le difficoltà che vivono nel quotidiano di fronte alla dimensione burocratica e procedurale. E infineabbiamo avuto l’importante dialogo con la Guardia di Finanza, con la magistratura e anche con avvocati esperti del settore, tra cui il sindaco stesso che ha anche competenze professionali».

Mettere insieme tutti questi elementi: «Ci ha permesso di costruire una drammaturgia: non solo una trama, ma anche la possibilità di costruire una situazione da vivere insieme alle persone – continua Beghi – Da qui è nata l’idea di costruire un gioco, uno spettacolo da fruire, che spiegasse che la corruzione è una questione di scelte, di scelte complesse, di situazioni da interpretare. E tutto questo lavoro di scelta, interpretazione, discussione, diventa in teatro un vero gioco, messo in atto con il pubblico».

Ogni spettacolo si conclude con una conversazione a commento con il pubblico, e alcune frasi ricevute sono rimaste nell’immaginario di chi ha portato in scena questa realtà: «A me ha molto colpito in particolare il fatto che mi abbiano parlato di solitudine – sottolinea il regista – Effettivamente il dipendente dell’ente pubblico, a differenza di realtà private, non solo ha dei compiti da svolgere, delle cose da fare, ma ha anche una responsabilità come persona di fronte alla cosa pubblica, e gli viene chiesto di rispettare dei comportamenti e delle pratiche al di fuori del suo lavoro, di incarnare in qualche modo dei valori etici sulla gestione e la cura della cosa pubblica. Questa è una questione fortemente personale, che ogni dipendente deve affrontare in solitudine, tra sè e sè. E la domanda diventa: come si può essere meno soli di fronte a questo, come si può essere aiutati?»

Dopo le prime quattro repliche varesine, il progetto non sembra destinato a concludersi: «Lo spettacolo nasce per essere “a disposizione” – spiega Beghi – Il comune l’ha pensata, noi l’abbiamo costruita insieme e ci piacerebbe esportarlo. Un po’ perchè è una buona pratica amministrativa, un po’ perchè a questo punto può essere messo a disposizione di altre realtà della Pubblica Amministrazione: può essere un ottimo strumento per tutti coloro che lavorano nella cosa pubblica».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Febbraio 2023
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