Territori che si parlano e giovani più formati sono le proposte di Stefano Sist

Un occhio al confine, l’altro verso Milano per l’imprenditore del turismo tra lago e montagna che si candida al Pirellone. «Campagna elettorale intensa, sto ascoltando tutti»

Turismo di charme sul lago e quello legato alla natura, in montagna: dal Golfo Gabella al Lago Delio, dove si concentrano le attività imprenditoriali di Stefano Sist, è un po’ come guardare una moneta dalle due facce, magari molto diverse, ma fatte della stessa materia. In questo dualismo si gioca una parte della giornata di questo imprenditore del turismo che vuole prestarsi alla politica da candidato alle elezioni regionali come consigliere nella lista Azione – Italia Viva che sostiene Letizia Moratti alla guida della Lombardia. Cinquantadue anni, nato a Luino, vive e lavora a Maccagno con Pino e Veddasca; tre figli e passione per l’outdoor e i relativi sport “di pertinenza“ come sci, bici e lago: «Mi piace viaggiare».

Il perché di questa candidatura lo racconta a metà di una giornata di sole che come le ultime di questo periodo sembrano non finire mai, divise fra l’attività imprenditoriale e quella politica.
«Sì, la politica mi ha sempre interessato ma la decisione di candidarmi è freschissima, risale più o meno al periodo di fine dicembre. Diciamo così: non è stata una cosa programmata. Però la voglia di mettermi in gioco ha avuto un’accelerazione con le dimissioni del governo Draghi, di cui sostenevo la bontà per il bene del Paese. Il fatto che per logiche di partito e convenienza si sia fatto cadere questo esecutivo mi ha fatto meditare E ho raggiunto la convinzione che la società civile può e deve impegnarsi, e così ho deciso di mettere a disposizione di questo progetto le mie trentennali competenze in materia di turismo, urbanistica, energie rinnovabili».

Come si sta concentrando la sua campagna elettorale?
«Diciamo che segue tre filoni. Sto incontrando imprenditori in modo “trasversale“, sia nel Nord della provincia, sia altrove, specialmente attivi nel settore turismo ed edilizia. Poi sto incontrando amministratori locali e sindaci per avere da loro una fotografia, per capire problematiche e opportunità del territorio da cui spicca una provincia con due anime profondamente diverse: ci sono due poli attrattivi diversi che sono Milano e la Svizzera che condizionano parti economiche e sociali molto differenti. Ultima, ma non ultima, l’attività di classica campagna elettorale con incontri e gazebo in diversi comuni». Sorride: «Diciamo che mi sento un po’ un uomo al fronte: gli altri bazzicano su centri più grandi, io sono un po’ isolato, qui nel Nord della provincia».

candidati regionali 2023

Dunque sta elaborando le istanze più importanti del territorio da portare a Milano. Ci dica.
«Guardi, l’opportunità che vedo da tempo e che mi viene ribadita di continuo riguarda l’attività imprenditoriale nella fascia di territorio che va dal confine di Stato e rientra per una ventina di chilometri verso Sud, con imprenditori che fanno fatica a stare sul mercato per la forte concorrenza svizzera specialmente nell’assorbire gran parte di mano d’opera qualificata e che con gli stipendi più alti del Ticino si sposta oltre confine. È difficile avere la ricetta in tasca per risolvere questo gap. Tuttavia penso che se non si può rispondere con stipendi più alti, una delle soluzioni sta nell’assicurare un maggior livello di servizi per chi decide di rimanere in Italia a lavorare».

Qualche esempio?
«Mah soluzioni che non passino necessariamente da incentivi monetari ma da un più alto standard qualitativo della vita: una maggiore cura per gli anziani, più servizi ai giovani e alle giovani famiglie, trasporti pubblici efficienti e gratuiti, attività legate al benessere: cioè una serie di benefit che rendano realmente vantaggiosa la decisione di restare».

Certo questa “fuga“ fa il paio con la crisi di molte attività in sofferenza proprio nell’area di confine.
«Una cosa che si nota. È fin troppo evidente, riguarda proprio il grande numero di attività chiuse, vetrine spoglie, serrande abbassate: il commercio on line ha dato colpo di grazia ad una situazione già difficile. Vuol dire però che ci sono spazi liberi: un tema è certamente studiare una soluzione che passi anche dalla Regione per veicolare incentivi così da rivitalizzare questi spazi abbandonati che rischiano di diventare luoghi di degrado».

Il tema del rapporto fra lavoro e giovani sembra essere un punto fermo della sua proposta.
«Sì, credo si debba insistere molto sulla formazione dei giovani, anche di quelli che decidono di intraprendere una strada veloce verso il lavoro e non proseguono gli studi. Dicevamo che molti sono attratti dagli stipendi più alti della Svizzera, ma se non hanno competenze, una volta entrati nel mondo del lavoro non faranno strada. È necessario pensare ad una formazione dedicata attraverso lo strumento degli “Its“, istituti tecnici superiori di alta formazione che ora sono prevalentemente nel Sud della provincia: ne servirebbero un paio anche nella fascia Nord».

Prima ha detto che nell’Alto Lago si sente un po’ isolato: muoversi da queste parti non è facile, neppure per turismo…
«Per questo insisto su viabilità e trasporti, che devono necessariamente venire ripensati in una chiave turistica e legata al rispetto dell’ambiente ma anche nel garantire la copertura dell’’ultimo miglio’. E poi va superato l’approccio che gli amministratori hanno verso il territorio che non va a mio avviso inteso come entità politica, ma geografica: parlare di provincia di Varese diventa allora riduttivo in chiave di sviluppo. Io faccio turismo e so che parlare della provincia di Varese come meta turistica non ha senso perché non esiste sotto questo aspetto. È una chimera. Meglio allora puntare su un’idea molto più concreta, come il Lago Maggiore, o i Laghi. Ma per farlo devi interagire con altri attori, a livello per esempio di Regio Insubrica e non puoi andare da solo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Febbraio 2023
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