Il Cairoli di Varese presenta l’agone greco sulla retorica: “Niente a che fare con il debate”
Alla terza edizione, che si terrà venerdì 20 maggio, partecipano 20 studenti dell'ultimo biennio del liceo che abbiano la media dell'8 in greco
Venerdì 20 maggio, 20 studenti dell’ultimo biennio di diversi licei classici si confronteranno con la traduzione di un testo di retorica. Torna per la terza edizione l’agone di lingua greca “RHTORIKH TEXNE” del Cairoli di Varese. Dopo due anni di stop a causa della pandemia, le professoresse Vittoria Criscuolo e Angela Romano presentano la nuova edizione aperta agli studenti dell’ultimo biennio e che abbiano una media in greco superiore all’8.
«Quest’anno avevamo ben 8 iscritti del nostro liceo – sottolinea la docente Criscuolo – abbiamo dovuto fare una selezione perchè ogni scuola può presentarsi con tre studenti al massimo. Sono molto contenta di dire che i concorrenti del nostro liceo appartengono a tre differenti sezioni, segno che il livello di insegnamento al Cairoli è assolutamente omogeneo».
I ragazzi arrivano da diverse scuola, sia da Gallarate e Busto, sia dai prestigiosi licei milanesi come il Parini, il Beccaria e il Manzoni. Delegazioni sono attese anche da Brescia, Treviglio, Triste. Alloggeranno in albergo e verrà proposta loro una gita al Sacro Monte.
La gara consiste nella traduzione di un testo di retorica scelto dalla professoressa Antonietta Porro docente dell’Università di Milano e che definirà anche il vincitore nella rosa di nomi indicata dalla giuria.
La premiazione avverrà sabato pomeriggio al Castello di Masnago dove la docente universitaria terrà anche una prolusione.
Sottolinea l’importanza dell’agone la neo dirigente del Cairoli Claudia Brochetta: « È importante che i ragazzi imparino a usare bene le parole e la comunicazione. In un mondo complicato dalla fake news, abituarsi a ragionare, approfondire e usare la parola in modo appropriato è importante. Un’arte, quella della retorica, che ha avuto la sua culla nella democrazia greca».
Poco a che vedere, però, con il “debate” che si sta diffondendo nelle scuole italiane e straniere: « Ho dei dubbi sull’efficacia del debate come si propone oggi – puntualizza la docente Criscuolo – La profondità dello studio di un testo greco o latino non è paragonabile alle regole e alla tecnica del debate che abbiamo importato. Quelle simulazioni possono solo essere vagamente paragonate alla formazione oratoria del mondo greco».
Più possibilista la collega Romano: « Può essere una via ma occorre accompagnare bene i ragazzi sulla strada giusta».
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