Addio Alfredo, Varese non ti dimenticherà
"Tu sei già stato accolto con nenie, canti e rulli di tamburi e danze che il popolo dell’Africa nera riserva ai loro re"
I redattori degli Anni 60 della Prealpina sono stati i primi giornalisti ai quali i fratelli Castiglioni si presentarono a seguito dell’invito di un nostro caro collega, Vittorio Mambretti, che li aveva conosciuti in Valmarchirolo come appassionati cacciatori. Dopo esperienze in Africa che, grazie ad audaci filmati,documentavano con particolari sconosciuti ai più la vita degli animali che a quei tempi venivano definiti feroci, Alfredo e Angelo Castiglioni abbandonarono la caccia, si convertirono alla ricerca, alla conoscenza e alla difesa dell’ambiente africano e degli uomini e degli animali.
Divennero studiosi e ricercatori di rango elevato, apprezzati a livello internazionale anche perché scelsero di ripetere avventurosi viaggi di grandi esploratori del passato e di fare nuove e affascinanti scoperte. Con loro cessò di esistere gran parte dell’ Africa ancora misteriosa nel ‘900.
Si trovavano a loro agio, erano coraggiosi e leali i fratelli Castiglioni: anche i governi più chiusi al rapporto con gli stranieri li accoglievano e davano loro fiducia, sapevano che erano veri uomini di scienza.
I loro viaggi, le imprese, le scoperte Angelo e Alfredo le condividevano con semplicità e generosità con i varesini.
Le loro donazioni sono state numerose, la città ha voluto loro bene, li ha sempre ringraziati per la loro sensibilità. Ha ricambiato garantendo un futuro alle loro testimonianze. I due fratelli avevano una capacità sbalorditiva di raccontare il loro vissuto:erano coinvolgenti e appassionati nello sfogliare pagine stupende della loro vita di esploratori, ricercatori, etnografi. Ricordo il cinema Vela stracolmo di scolari delle elementari eppure silenzioso come una trappa durante la proiezione di un documentario e le successive spiegazioni di Angelo e Alfredo.
Hanno raccolto consensi scientifici, successi editoriali con strepitose pubblicazioni, applausi per le loro imprese. Varese idealmente li ha accompagnati nel loro percorso, la Prealpina ne ha fatto degli inviati: da migliaia di chilometri in più occasioni e con i mezzi più strani riuscivano a fare avere al giornale, alla città notizie della loro impresa.
Quell’Africa non esiste più, diventa ancora più doloroso il ricordo di quella descritta e fatta rivivere da Alfredo e Angelo.
E oggi non c’è più Alfredo. La Varese alla quale con il tuo Angelo molto hai dato non ti dimenticherà mai, ti saluterà con il rito dell’uomo bianco. Ma tu sei già stato accolto con nenie, canti e rulli di tamburi e danze che il popolo dell’Africa nera riserva ai loro re.
Un forte abbraccio ad Angelo.
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