Il referendum darebbe preziose indicazioni alla città
Di Pier Fausto Vedani
In questa repubblica, un tantino sconnessa, che si chiama Italia ci sono milioni di cittadini al verde mentre ancora verdi e immature restano le speranze dei giovani, ma almeno vivaci e propositivi sono tutti i varesini che nell’amore per la natura da tempo mantengono un riferimento forte.
Lo hanno anche di recente confermato accogliendo molto bene il percorso dal Comune proposto per ridare slancio e respiro alla bella storia della Città Giardino. Basterebbe forse questa scelta della nuova amministrazione civica per guardare con più fiducia al futuro, ma il problema dell’ambiente, del tessuto urbano e della vivibilità ha anche a che fare con il traffico automobilistico, vero incubo di ogni agglomerato della Penisola.
Così è bastata l’attuazione del nuovo piano dei parcheggi perché si levassero non poche critiche e perché avanguardie della Lega Nord, che assieme a Forza Italia per una ventina d’anni aveva avuto in pugno Varese, tentassero di “fare strage” della Giunta progressista.
Dopo l’iniziativa culturale e ambientale si profila il referendum del 22 ottobre sul rafforzamento dell’autonomia regionale. È una iniziativa voluta da Roberto Maroni, che nulla ha di eversivo e offre semmai più opportunità a tutti coloro che reggeranno in futuro le sorti dei lombardi: ed è per questo motivo che il referendum ha ottenuto consensi anche tra i partiti di opposizione.
L’asilo nazionale, pieno di bimbe e bimbi viziatissimi, attraverso “Fratelli (???) d’Italia” con il dissenso della attivissima Giorgia Meloni non ha mancato di provocare una fratturina nella Destra, ma non al punto di mettere in difficoltà Maroni sul risultato della sua iniziativa che è decisamente furba visto che non vedrà nessun perdente da spernacchiare.
Il referendum si avvarrà anche del mondo del web, avremo la bella novità del voto elettronico dal momento che ogni seggio avrà attrezzature adeguate: tutte dopo il voto saranno donate alle scuole dove sta crescendo una generazione che ha messo in soffitta o in cantina i nonni, cioè da tempo è largamente nel futuro.
Credo sia possibile a Maroni e all’intero consiglio comunale, tutti futuri nonni, di valutare se il referendum possa fare di Varese la città più democratica adottando il sistema di voto elettronico per tutti i seggi cittadini: sarà infatti così possibile che per problemi e situazioni di grande interesse pubblico, valutati tali dal consiglio comunale, l’opportunità di una rapida e non costosa consultazione popolare.
Per velocità e costi il referendum cittadino si presenta come una importantissima alternativa di confronto e darebbe preziose indicazioni a sindaco, giunta e consiglio comunale. E sarebbe anche un democratico strumento di verifica di scelte e attività di altre istituzioni cittadine che hanno strettissimi rapporti con la comunità e che in passato di errori gravi ne hanno commessi.
Cercasi esperti di buona volontà che possano dire la loro sulla fattibilità di questo “VareseVota” e sui suoi costi. Anche se una democrazia totale non ha prezzo.
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