È possibile immaginare una vita senza plastica?

Con uno sguardo ai numeri l'Italia è il secondo produttore in Europa, ma emerge anche come i polimeri abbiano sostituito materiali tradizionali più nobili e costosi

LATI plastica

Ogni essere umano presente in questo momento sul pianeta Terra ogni anno riceve in dote oltre cinquanta chilogrammi di plastica. Nel 2019 sono state infatti prodotte nel mondo quasi quattrocento milioni di tonnellate di materiali polimerici – così si chiama tecnicamente la plastica – di cui cinquanta milioni sono uscite da stabilimenti europei.
E l’Italia? In Europa il Belpaese è al secondo posto dopo la Germania in questa poco popolare classifica, con oltre sette milioni di tonnellate di plastica immessa sul mercato.

Numeri che di sicuro faranno rizzare i capelli sulle teste non solo delle persone più sensibili alle tematiche ambientali ma anche ai lettori più induriti dalle necessità dell’economia. Di certo il senso di disagio aumenta nello scoprire che quasi la metà di tutta questa plastica finisce nel settore del packaging, ossia in quegli imballaggi che una volta esaurita la propria funzione, e conclusa la loro spesso troppo breve vita, finiscono inesorabilmente e distrattamente nell’immondizia. Insomma, ci sono abbastanza elementi per motivare una levata di scudi in piena regola contro l’uso e l’abuso delle plastiche.

Eppure è indispensabile fermarsi un attimo e riflettere su tutti gli aspetti della questione. In primo luogo chiediamoci dove finiscono le restanti tonnellate di materiali plastici che non diventano scatole, sacchetti, bottiglie, flaconi o pellicole. Scopriremmo che moltissimi polimeri vengono trasformati in beni durevoli, ovvero costituiscono gli oggetti che ci accompagnano per molto tempo nell’arco della nostra vita. Pensiamo per esempio agli impianti che gestiscono acqua, riscaldamento ed elettricità nelle nostre case, ai sistemi di coibentazione con cui isoliamo i luoghi che abitiamo, alle installazioni permanenti in ambito agricolo. Ma ancora più vicino a noi, osserviamo quanta plastica popola l’abitacolo e il vano motore di un’automobile: è grazie ai polimeri che le vetture sono diventate contemporaneamente più performanti, più leggere e quindi meno assetate di carburanti e meno inquinanti, più confortevoli e molto più sicure rispetto ai veicoli di venti o trent’anni fa. E poi, accorciando ulteriormente la scala temporale d’impiego, troviamo un’infinità di elettrodomestici, strumenti di lavoro, computer e mezzi di comunicazione di ogni tipo, apparecchiature medicali e sistemi per la protezione individuale. Tutti oggetti che si sono evoluti diventando più economici, efficienti e longevi anche grazie ai materiali tecnici con cui sono realizzati.

Riuscireste a immaginare un’automobile senza plastica? E il nostro guardaroba senza le fibre sintetiche? Vi fidereste di un salvavita o di un interruttore di ceramica? E la tastiera del vostro PC potreste pensarla in legno o chissà che altro materiale? In un attimo abbiamo chiaro come nel corso degli anni i polimeri abbiano sostituito materiali tradizionali più nobili e costosi, aperto la strada alla creazione di nuove e innumerevoli possibilità applicative, reso più accessibili beni e servizi un tempo riservati a pochissimi.

A questo punto potremmo pensare che il problema sia riconducibile al solo settore dell’imballaggio. Sicuramente si possono ipotizzare tanti miglioramenti e strade alternative al consumo di plastica monouso ma siamo certi che altre soluzioni, ammesso se ne trovino, abbiano un minore impatto ambientale? Ne parleremo nei prossimi articoli della nostra rubrica.

Nel mentre però vi lasciamo con la buona notizia che in Italia solo lo 0.1% dei rifiuti plastici non viene gestito correttamente dalle filiere predisposte. C’è di più: nel corso del 2019 oltre un milione di tonnellate di rifiuti plastici è stato riciclato e trasformato in nuovi materiali e l’Italia è ormai vicinissima alla quota minima di imballaggi riciclati, fissata nel 50% dall’Unione Europea. Si può fare di meglio? Certo, vedremo insieme come.

Fonte PlasticsEurope: In Italia aumenta il riciclo e il recupero di plastica – Openpolis

Gli articoli precedenti: 

Esiste un uso positivo della plastica?

di
Pubblicato il 09 Dicembre 2022

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