Ci sono i finanziamenti per il “campus diffuso” di Biumo
Comune di Varese e Università dell'Insubria hanno sottoscritto un protocollo per un progetto di riqualificazione edilizia. Un'opera del valore di 10 milioni di euro
Il Cipe ha accettato la richiesta di finanziamento del progetto di campus diffuso a Biumo Inferiore, Varese.
A dirlo, il Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia dell’8 maggio 2020, che allega la lista dei progetti integrati di edilizia residenziale sociale che sono stati ritenuti finanziabili.
Quella del comune di Varese è tra le cinque proposte accettate – tre a Milano, una a Brescia e una, appunto, a Varese – con una somma peraltro che non si discosta di molto rispetto a quella richiesta: il progetto per il campus prevedeva infatti una richiesta di finanziamento di 8.686.608 euro, la somma riconosciuta è di 8.029.699.
I DETTAGLI PRESENTATI POCO PRIMA DEL LOCKDOWN
I dettagli dell’importante progetto di riqualificazione, contenuto in un protocollo d’intesa, erano stati resi noti dal Sindaco Davide Galimberti, accompagnato dagli assessori Civati, Strazzi e Buzzetti e dal Rettore dell’ateneo Angelo Tagliabue insieme al direttore generale Marco Cavallotti e il professor Andrea Moriondo delegato del rettore all’accoglienza a fine febbraio. L’opera in sé costerà 10 milioni e 800.000 euro di cui 200.000 per opere migliorative del quartiere quali marciapiedi, illuminazione e un’area ludico ricreativa nel vicino parco di via Arconati .
I posti letto totali saranno 64. Una parte sarà collocata nello stabile comunale di via Cairoli , 48 letti suddivisi in camere doppie e singole, dove si interverrà al primo piano mentre al pian terreno verranno realizzati dei servizi in condivisione. Le altre palazzine sono in via Nicolini, via Frasconi e poi un palazzo storico attualmente in stato di abbandono in via Walder: in totale 16 letti divisi in 12 camere.
La trasformazione del quartiere andrà di pari passo anche con il potenziamento dei servizi, soprattutto dei collegamenti con l’area accademica.
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Non per fare le pulci però sarebbe interessante sapere come si arriva a spendere oltre 10 milioni di euro per 64 posti letto con gli spazi ad uso comune visto che non si deve comprare il terreno ed i muri sono già in essere. In pratica è una ristrutturazione e non il restauro di opere d’arte. Con quella cifra si potrebbero comprare 40/50 appartamenti già pronti all’uso. Sarebbe interessante vedere il capitolato delle opere. Non vorrei, come spesso accade, che la stessa opera se la commissiona un privato costa 100 mentre se è appaltata da un ente pubblico il doppio o anche più.