Ricordi e commozione alla camera ardente di Roberto Maroni
È stata allestita a Bizzozero, quartiere periferico di Varese confinante con la "sua" Lozza, la camera ardente di Roberto Maroni. Tra i primi ad accorrere il Prefetto Salvatore Pasquariello e il Questore Michele Morelli
È stata allestita a Bizzozero, quartiere periferico di Varese confinante con la “sua” Lozza, la camera ardente di Roberto Maroni che si è spento martedì 22 novembre dopo una lunga malattia (LEGGI L’ARTICOLO). A rendergli omaggio molti conoscenti, simpatizzanti, politici, attivisti della Lega, per cui Maroni era una figura importante, un uomo stimato.
Alla camera ardente hanno fatto visita anche il Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello e il Questore Michele Morelli, che sono entrati nella stanza dedicata a “Roberto “Bobo” Maroni” della casa Funeraria Isella, per un lungo saluto alla moglie che è rimasta nel pomeriggio a vegliarlo insieme alla figlia in grande discrezione, e malgrado i giornalisti già assiepati per fare il loro scomodo lavoro sui marciapiedi di viale Borri.
Lui era lì, per chi voleva salutarlo per l’ultima volta, «Perfetto come prima: sembrava dormisse. Aveva persino i suoi occhiali inforcati» ha commentato un simpatizzante storico della Lega dopo essere andato a salutarlo.
Malgrado fosse malato da tempo, è stato uno choc per tutti la notizia della sua morte, avvenuta a 67 anni: «Il primo segnale d’allarme è stata dopo la sua candidatura a sindaco di Varese per le elezioni del 2021, prima lanciata e poi ritirata proprio per motivi di salute – ha ricordato Fabrizio Nova, membro storico della sezione varesina della Lega – Poi stamattina ho sentito il telegiornale chiudersi con quest’ultima bruttissima notizia dell’ultim’ora: “È mancato Roberto Maroni”. Che per tutti i suoi amici, però, era Bobo. Io sono dal 1992 militante della Lega, ho vissuto tutto quello che ha fatto: mi resteranno molti bei ricordi».
“Addio Bobo riposa in pace”, avversari, amici e compagni di partito ricordano Roberto Maroni
C’era anche Giuseppe Licata, sindaco di Lozza, la sua città di residenza da sempre: «È venuto qualche tempo fa in Comune a donarci delle bandiere: il nostro è un piccolo comune, con qualche difficoltà. Eravamo un po’ a corto di bandiere e lui è venuto a portarcene qualcuna e in quell’occasione ne abbiamo anche scherzato su: lui avrebbe voluto mettere la bandiera della Lombardia sopra quella dell’Italia. Uno scherzo ovviamente. Anche questo è un bellissimo ricordo di lui, una persona intelligente, simpatica, ironica – ricorda il sindaco – Questo è un momento triste per Lozza e i lozzesi, che amavano tanto Maroni e che lui ricambiava, perchè amava tanto il nostro paese. Maroni ha fatto tanto per questo territorio, ha lasciato un segno nella politica italiana: questo fa onore a lui, fa onore alla sua famiglia, fa onore al comune di Lozza».
Roberto Maroni sarà nella camera ardente di viale Borri 267 anche domani, mercoledì 23 e giovedì 24 novembre: i funerali sono infatti previsti nella basilica di San Vittore venerdì 25 novembre alle 11.
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